Sulla trece (il “nostro” autobus).
Frenata. Davanti a noi c’è un autobus fermo. Non riesce a girare perché c’è una macchina che impedisce il passaggio. È una situazione assurda, perché basterebbe che uno dei due mezzi faccia un minimo di retro e già si sarebbe risolto l’ ingorgo. Ma nessuno si muove.
La signora di fianco a me spiega: “Questione di principio”.
Passano venti minuti. Nessuno scende dal mezzo. Si gridano l’ un l’ altro a vicenda, aspettando l’ arrivo della polizia. Il rumore dei clacson delle auto, che nel frattempo hanno formato una lunga coda, è assordante. C’è ancora tutto lo spazio necessario alla manovra, per entrambi i mezzi.
Arriva la polizia. Un agente si avvicina al bus, poi all’ auto. L’ autista dell’ autobus, senza dire nulla, fa retromarcia e lascia passare l’ auto. Il poliziotto si avvicina al finestrino della trece e spiega al nostro autista che il signore dell’ auto è uno “de alto grado”.
L’ auto mi passa a fianco. Il signore ha un volto serio e deciso. Al suo fianco una bambina spiaccicata al finestrino guarda gli autobus e le macchine ormai in silenzio.
La signora di fianco a me sospira: “Questione di classe”.
Visualizzazione post con etichetta Nicaragua. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta Nicaragua. Mostra tutti i post
sabato 24 settembre 2011
lunedì 19 settembre 2011
100% Nueva Bale
La domanda più strana che mi è stata posta al mio ritorno in Italia è opera del mio capo: "Qual è stata la cosa più brutta di questa esperienza?". La mia risposta senza alcuna esitazione: "Il fatto di sapere che prima o poi sarei dovuta tornare qui!".
Il senso del mio cantiere è racchiuso tutto lì in quella secca risposta: un mese in cui dire che sono stata bene è poco... SONO STATA DIVINAMENTE!!! Il mio stato di grazia non è difficile da spiegare perchè si traduce in gesti semplici di una quotidianità che mi ha saputo donare una voglia di vivere tutto al 100% dedicando al sonno e al riposo solo le poche ore necessarie!!!
In Italia la sveglia inizia a suonare alle 7.15 e continuo a rimandarla fino alle 8 quando alzarsi dal letto è un obbligo altrimenti arrivo tardi in ufficio.
In Nicaragua suonava alle 6 e 10 secondi dopo ero in piedi!!! Solo chi mi conosce bene può capire che questo è un piccolo grande miracolo Nica!!!
A Milano: colazione fugace in solitudine.
A Nueva Vida: accensione Bale’s iPod per svegliare “dolcemente” la mia famiglia Nica, preparazione della colazione, 1…2…3 ENRICAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA… ok ci siamo tutti, colazione tranquilla e ricca di chiacchiere!
A Milano: acqua gelata per cercare di svegliarmi veramente.
A Nueva Vida: acqua fredda ma solo perché fa caldo e perché quella calda non esiste.
A Milano: piastra per dare un senso ai miei capelli, un po’ di trucco per apparire un minimo femminile e scelta di un abbigliamento che possa trasmettere un po’ di professionalità.
A Nueva Vida: sistemazione casuale dei capelli, gli stessi pantaloncini del giorno prima (tanto tempo 2 minuti saranno già sporchi) e maglietta scelta a caso tra le poche ancora pulite.
A Milano: chiusura della casa 1, apertura della casa 1 perché ho dimenticato il cellulare (come posso vivere senza?!), chiusura della casa 2, apertura della casa 2 perché ho dimenticato di prendere il sacchetto della pattumiera, chiusura della casa 3 (sicuramente ho dimenticato altro, ma ormai sono in ascensore e quindi pazienza!!!).
A Nueva Vida: ricerca chiavi di casa (perché io ero quella responsabile!!! Miracolo Nica anche questo!!!) chiusura porta (tanto non posso aver dimenticato niente visto che non mi serve nulla).
A Milano: 2 km, naturalmente in macchina, per arrivare in ufficio (una volta ci ho messo 30 minuti per arrivare e mia sorella mi ha superato a piedi :)) con educato scambio di opinione con chiunque osi non darmi la precedenza o tenti di rubarmi il parcheggio.
A Nueva Vida: 30 secondi, rigorosamente in infradito, per arrivare in ufficio con scambio di saluti e sorrisi con chiunque incontrassi.
A Milano: ricerca del badge nella borsa (che si nasconde sempre sto maledetto), sforzo incredibile per fare sorriso e un saluto che manifesti gioia ai miei poveri colleghi con cui ogni giorno condivido questa croce.
A Nueva Vida: Bueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeenassssssssssssssssssssssss :)!!!
A Milano: accensione posto di “comando”, non si risponde al telefono prima della pausa caffè e poi si inizia a lavorare sperando che le 8 ore volino!!!
A Nueva Vida:si inizia a fare qualunque cosa sia necessaria in quel momento consapevole che la giornata passerà velocissimamente e mi ritroverò in un battibaleno sotto la doccia a lavar via dalla mia pelle la polvere, il sudore e la stanchezza accumulata durante la giornata. Tutto il resto invece è rimasto dentro di me senza che io me ne accorgessi!!!

A tutti coloro a cui sta balenando l’idea di fare una simile esperienza la prossima estate io dico: buttatevi!!! Come? Esattamente così.
Il senso del mio cantiere è racchiuso tutto lì in quella secca risposta: un mese in cui dire che sono stata bene è poco... SONO STATA DIVINAMENTE!!! Il mio stato di grazia non è difficile da spiegare perchè si traduce in gesti semplici di una quotidianità che mi ha saputo donare una voglia di vivere tutto al 100% dedicando al sonno e al riposo solo le poche ore necessarie!!!
In Italia la sveglia inizia a suonare alle 7.15 e continuo a rimandarla fino alle 8 quando alzarsi dal letto è un obbligo altrimenti arrivo tardi in ufficio.
In Nicaragua suonava alle 6 e 10 secondi dopo ero in piedi!!! Solo chi mi conosce bene può capire che questo è un piccolo grande miracolo Nica!!!
A Milano: colazione fugace in solitudine.
A Nueva Vida: accensione Bale’s iPod per svegliare “dolcemente” la mia famiglia Nica, preparazione della colazione, 1…2…3 ENRICAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA… ok ci siamo tutti, colazione tranquilla e ricca di chiacchiere!
A Milano: acqua gelata per cercare di svegliarmi veramente.
A Nueva Vida: acqua fredda ma solo perché fa caldo e perché quella calda non esiste.
A Milano: piastra per dare un senso ai miei capelli, un po’ di trucco per apparire un minimo femminile e scelta di un abbigliamento che possa trasmettere un po’ di professionalità.
A Nueva Vida: sistemazione casuale dei capelli, gli stessi pantaloncini del giorno prima (tanto tempo 2 minuti saranno già sporchi) e maglietta scelta a caso tra le poche ancora pulite.
A Milano: chiusura della casa 1, apertura della casa 1 perché ho dimenticato il cellulare (come posso vivere senza?!), chiusura della casa 2, apertura della casa 2 perché ho dimenticato di prendere il sacchetto della pattumiera, chiusura della casa 3 (sicuramente ho dimenticato altro, ma ormai sono in ascensore e quindi pazienza!!!).
A Nueva Vida: ricerca chiavi di casa (perché io ero quella responsabile!!! Miracolo Nica anche questo!!!) chiusura porta (tanto non posso aver dimenticato niente visto che non mi serve nulla).
A Milano: 2 km, naturalmente in macchina, per arrivare in ufficio (una volta ci ho messo 30 minuti per arrivare e mia sorella mi ha superato a piedi :)) con educato scambio di opinione con chiunque osi non darmi la precedenza o tenti di rubarmi il parcheggio.
A Nueva Vida: 30 secondi, rigorosamente in infradito, per arrivare in ufficio con scambio di saluti e sorrisi con chiunque incontrassi.
A Milano: ricerca del badge nella borsa (che si nasconde sempre sto maledetto), sforzo incredibile per fare sorriso e un saluto che manifesti gioia ai miei poveri colleghi con cui ogni giorno condivido questa croce.
A Nueva Vida: Bueeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeeenassssssssssssssssssssssss :)!!!
A Milano: accensione posto di “comando”, non si risponde al telefono prima della pausa caffè e poi si inizia a lavorare sperando che le 8 ore volino!!!
A Nueva Vida:si inizia a fare qualunque cosa sia necessaria in quel momento consapevole che la giornata passerà velocissimamente e mi ritroverò in un battibaleno sotto la doccia a lavar via dalla mia pelle la polvere, il sudore e la stanchezza accumulata durante la giornata. Tutto il resto invece è rimasto dentro di me senza che io me ne accorgessi!!!

A tutti coloro a cui sta balenando l’idea di fare una simile esperienza la prossima estate io dico: buttatevi!!! Come? Esattamente così.
Valentina
martedì 6 settembre 2011
Giulia in Nicaragua

Primo viaggio in bus
Conoscenza sulla posizione geografica incerta tra America latina e Africa, verde, fiori, i versi degli uccelli, il rumore dei giechi sui tetti, farfalle, scimmie, cascate, laghi immensi con tanto di squali, l’Oceano Pacifico, il sole, la pioggia improvvisa,i nubifragi, i mille colori del cielo, Managua, le strade sterrate, la fogna lungo le vie, case basse e colorate, le finestre e le porte delle case con le ringhiere di ferro, i lucchetti, la pupusa, le amache, gli autobus tamarri, i taxi sgangherati, i cani randagi, i bambini scalzi, la donna del pane, l’attesa di qualcosa di indefinito, la messa campesina, i bambini travestiti lungo le strade di Granada, lo spettacolo dei leoni al circo organizzato per i bambini, le isole del lago Nicaragua, le cena a lume di pila, gli alberi di Natale in pieno agosto, la tortilla, il rum, i balli latini, la sensualità, i viaggi in bus appiccicati gli uni con gli altri, El Guis, i bambini in gita al mare, il riso e fagioli, il platano fritto, le leggende del luogo, le improvvise interruzioni di elettricità e acqua, la passione e il sorriso delle insegnanti, le crisi di Daniela, il viso di Gabriela, gli abbracci in gruppo che ti fanno perdere l’equilibrio, giocare a pitturarsi a vicenda con i bimbi sordomuti, le prove del balletto alle sette di mattina…

Gabriela
..contatto profondo, quello che ti tocca le viscere e ti apre la mente!.. Grazie NICARAGUA!
Giulia
mercoledì 17 agosto 2011
Un Pacifico Oceano
6 Agosto 2011
I Saggi hanno progettato per le nostre eroine un week-end all’insegna della natura, della scoperta e..dell’insonnia visto che la sveglia era prevista alle 6:00 am (w il jet-lag!!).
Prima destinazione: St. Juan, piccola cittadina sul pacifico, frequentata da surfisti americani (le Nica’s single ringraziano per lo spettacolo!). Ed ecco, davanti a queste sei giovani donne e ai fidi Saggi aprirsi l’oceano Pacifico! Il richiamo del mare è stato talmente intenso e coinvolgente da sormontare ogni timore della presenza di animaletti molto simpatici (meduse e razze).
Cof cof (risultato di essere state travolte da qualche onda di dimensioni inusuali con conseguente avvitamento e capriola sottìacqua)! Bagnetto veloce veloce a St Juan..e via! Destinazione: spiaggia di Maderas, luogo di clausura per i patiti di surf.
Nachos, Tacos, alberi di un verde mai visto prima, conchiglie, sabbia, granchi e paguri!!
Occorre spendere due parole per descrivere il viaggio di ritorno a St Juan: il mezzo di trasporto consisteva in un camioncino dove nella parte posteriore erano state inchiodate delle panche. Essendo la strada moltooo sterrata, non essendoci finestrini ed essendo il conducente un grande fan di schumacher, le nostre protagoniste e i Saggi hanno potuto godere dell’ebrezza di viaggiare in tutta tranquillità, soprattutto senza che i loro capelli non prendessero una piega da “ effetto centrifuga” a causa del vento (era ironico, se non lo avevi capito caro lettore!).
Tramonti spettacolari, foto ricordo e…onda assassina che ha colto i personaggi completamente impreparati, soprattutto la Nica’s Enrica, che aveva deciso di sacrificare il livello di pulizia dei propri vestiti per salvare la sua borsa, sollevandola sopra la testa, mentre rimaneva seduta ad affrontare l’onda.
Doccia, cena in un ristorantino sulla spiaggia a base di aragosta, mojto e partite a calcetto balilla Italia vs Nicaragua!!
La nottata ha visto come protagonista la Nica’s Eleonora, la quale è riuscita a sopravvivere, anche grazie all’arteterapia della Nica’s Irene (<>) a dolori atroci.
I Saggi hanno progettato per le nostre eroine un week-end all’insegna della natura, della scoperta e..dell’insonnia visto che la sveglia era prevista alle 6:00 am (w il jet-lag!!).
Prima destinazione: St. Juan, piccola cittadina sul pacifico, frequentata da surfisti americani (le Nica’s single ringraziano per lo spettacolo!). Ed ecco, davanti a queste sei giovani donne e ai fidi Saggi aprirsi l’oceano Pacifico! Il richiamo del mare è stato talmente intenso e coinvolgente da sormontare ogni timore della presenza di animaletti molto simpatici (meduse e razze).
Cof cof (risultato di essere state travolte da qualche onda di dimensioni inusuali con conseguente avvitamento e capriola sottìacqua)! Bagnetto veloce veloce a St Juan..e via! Destinazione: spiaggia di Maderas, luogo di clausura per i patiti di surf.
Nachos, Tacos, alberi di un verde mai visto prima, conchiglie, sabbia, granchi e paguri!!
Occorre spendere due parole per descrivere il viaggio di ritorno a St Juan: il mezzo di trasporto consisteva in un camioncino dove nella parte posteriore erano state inchiodate delle panche. Essendo la strada moltooo sterrata, non essendoci finestrini ed essendo il conducente un grande fan di schumacher, le nostre protagoniste e i Saggi hanno potuto godere dell’ebrezza di viaggiare in tutta tranquillità, soprattutto senza che i loro capelli non prendessero una piega da “ effetto centrifuga” a causa del vento (era ironico, se non lo avevi capito caro lettore!).
Tramonti spettacolari, foto ricordo e…onda assassina che ha colto i personaggi completamente impreparati, soprattutto la Nica’s Enrica, che aveva deciso di sacrificare il livello di pulizia dei propri vestiti per salvare la sua borsa, sollevandola sopra la testa, mentre rimaneva seduta ad affrontare l’onda.
Doccia, cena in un ristorantino sulla spiaggia a base di aragosta, mojto e partite a calcetto balilla Italia vs Nicaragua!!
La nottata ha visto come protagonista la Nica’s Eleonora, la quale è riuscita a sopravvivere, anche grazie all’arteterapia della Nica’s Irene (<
martedì 16 agosto 2011
In viaggio...
Secondo volo: Londra-Miami.
Davanti alle nostre eroine si presenta ora una sfida che avrebbe messo a dura prova i loro ritmi circadiani, le loro occhiaie e il loro stato psicologico: 9 ore e 10 minuti!!Le prime ore sono state le più semplici da affrontare: tra cruciverba impossibili offerti da Nonna Vittorina ( Nonna di Nica’s Giulia) e film offerti dalla British in varie lingue, tre ore sono passate…peccato che ne mancavano più di sei! È stato chiamato in causa il super potere “resisti, don’t worry, be happy” delle nostre protagoniste. Risultato arrivo a Miami senza avere la consapevolezza né del giorno né del fuso orario del luogo, ma con l’ebrezza di sapere che tra di loro e gli States si opponeva solo un funzionario dell’aereoporto e dei dispositivi stile CSI per le impronte digitali e il riconoscimento dell’iride. Dopo accertamenti molto accurati e “intimi”, soprattutto nei confronti della Nica’s Irene, nessuna delle fanciulle è stata reputata essere un presunto terrorista (nonostante il fatto di non aver dichiarato di possedere due armi molto pericolose: salame e olio d’oliva made in Italy!).
Beh, che dire di Miami? quello che le Nica’s possono dirvi è che fa mucho caldo, che i taxi sono veramente gialli e che ci sono le palme!
Terzo volo: Miami-Managua.
La capacità di pazientare è stata chiamata in causa una seconda volta: il volo per Managua ha avuto un ritardo di più di due ore. Motivazione presunta: non c’erano abbastanza posti sul volo, così l’American Airlines ha lanciato la proposta molto allettante di scambiare 800 dollari (in voli American Airlines) per cinque posti. Devi sapere, caro lettore, che le nostre donzelle non sono delle persone veniali, infatti si sono tenute strette i loro biglietti aerei e, incrociando 120 dita nella speranza di ritrovare i propri bagagli, si sono imbarcate sull’ultimo volo previsto. Risultato: ritardo di due ore + vomito di pupo in mezzo al corridoio! Ma niente paura,ci vuole ben altro per spaventare le nostre eroine!!
All’arrivo all’aereoporto è successo il miracolo: TUTTE le valigie sono arrivate a destinazione! Come fare a trasportarle fuori dall’aereporto? A questo punto sono entrati in scena dei personaggi molto efficienti : gli “Umpa Umpa dei bagagli”, che hanno salvato le nostre protagoniste da un’ernia assicurata.
Al di là delle porte a vetro dell’aereoporto di Managua finalmente c’era qualcuno ad aspettare le Nica’s: Marta, Martina e Marco, ovvero tre dei “Saggi”, don Ricardo , il conducente dell’autobus magico, Ivett la Profesoresa , Marcel e consorte, la piccola Sofia
Sfrecciando per le strade di Managua, tra alberi di Natale (NB: i fatti narrati risalgano al 5 di agosto 2011), taxi sgangherati senza ammortizzatori, le donzelle sono arrivate alla “Residenza dei Saggi”, nel baario (quartiere) di Bataholanorte dove, dopo aver trasportato i preziosi bagagli, più o meno in salvo da rigagnoli di dubbia provenienza, ci aspettava la Saggia Elisabetta.
Doccia doccia doccia e ronf ronf!!
Davanti alle nostre eroine si presenta ora una sfida che avrebbe messo a dura prova i loro ritmi circadiani, le loro occhiaie e il loro stato psicologico: 9 ore e 10 minuti!!Le prime ore sono state le più semplici da affrontare: tra cruciverba impossibili offerti da Nonna Vittorina ( Nonna di Nica’s Giulia) e film offerti dalla British in varie lingue, tre ore sono passate…peccato che ne mancavano più di sei! È stato chiamato in causa il super potere “resisti, don’t worry, be happy” delle nostre protagoniste. Risultato arrivo a Miami senza avere la consapevolezza né del giorno né del fuso orario del luogo, ma con l’ebrezza di sapere che tra di loro e gli States si opponeva solo un funzionario dell’aereoporto e dei dispositivi stile CSI per le impronte digitali e il riconoscimento dell’iride. Dopo accertamenti molto accurati e “intimi”, soprattutto nei confronti della Nica’s Irene, nessuna delle fanciulle è stata reputata essere un presunto terrorista (nonostante il fatto di non aver dichiarato di possedere due armi molto pericolose: salame e olio d’oliva made in Italy!).
Beh, che dire di Miami? quello che le Nica’s possono dirvi è che fa mucho caldo, che i taxi sono veramente gialli e che ci sono le palme!
Terzo volo: Miami-Managua.
La capacità di pazientare è stata chiamata in causa una seconda volta: il volo per Managua ha avuto un ritardo di più di due ore. Motivazione presunta: non c’erano abbastanza posti sul volo, così l’American Airlines ha lanciato la proposta molto allettante di scambiare 800 dollari (in voli American Airlines) per cinque posti. Devi sapere, caro lettore, che le nostre donzelle non sono delle persone veniali, infatti si sono tenute strette i loro biglietti aerei e, incrociando 120 dita nella speranza di ritrovare i propri bagagli, si sono imbarcate sull’ultimo volo previsto. Risultato: ritardo di due ore + vomito di pupo in mezzo al corridoio! Ma niente paura,ci vuole ben altro per spaventare le nostre eroine!!
All’arrivo all’aereoporto è successo il miracolo: TUTTE le valigie sono arrivate a destinazione! Come fare a trasportarle fuori dall’aereporto? A questo punto sono entrati in scena dei personaggi molto efficienti : gli “Umpa Umpa dei bagagli”, che hanno salvato le nostre protagoniste da un’ernia assicurata.
Al di là delle porte a vetro dell’aereoporto di Managua finalmente c’era qualcuno ad aspettare le Nica’s: Marta, Martina e Marco, ovvero tre dei “Saggi”, don Ricardo , il conducente dell’autobus magico, Ivett la Profesoresa , Marcel e consorte, la piccola Sofia
Sfrecciando per le strade di Managua, tra alberi di Natale (NB: i fatti narrati risalgano al 5 di agosto 2011), taxi sgangherati senza ammortizzatori, le donzelle sono arrivate alla “Residenza dei Saggi”, nel baario (quartiere) di Bataholanorte dove, dopo aver trasportato i preziosi bagagli, più o meno in salvo da rigagnoli di dubbia provenienza, ci aspettava la Saggia Elisabetta.
Doccia doccia doccia e ronf ronf!!
lunedì 15 agosto 2011
İ Buenos dias a todos!
State per leggere il blog delle 6 Nica’s girls che hanno preso la pazza decisione di passare le loro vacanze in Nicaragua, all’insegna dell’avventura, della scoperta di un Paese misterioso e dell’incontro con l’Altro, inteso come la Persona “diversa”, ma non estranea da noi!
4 agosto 2011
Chiudete per un attimo gli occhi e immaginate…sei giovani fanciulle alle prese con ben 18 bagagli da 23 kg ciascuno, in aeroporto a Malpensa.. direte: << beh dai, a Malpensa ci sono i carrelli, il personale è italiano..quindi (?)donde està el problema?>>. Caro lettore, queste sei ragazze hanno incontrato il primo “personaggio” (categoria: “il rintronato”) al momento del check-in: al di là della montagna dei bagagli si snodava una lunga fila di viaggiatori che aspettavano di imbarcarsi con noi, peccato che la hostess di terra (il personaggio), aveva deciso di metterci una vita per imbarcare i bagagli delle protagoniste, classificate dalla prima come “le missionarie”!! Il secondo problema era la presenza nella valigia della Nica’s Enrica di una potenziale arma di distruzione di massa: un super DDT (“formato tribù pellerossa”), che è stato direttamente cestinato, senza alcuna pietà, (solo perché la Nica’s Enrica è una brava cittadina responsabile!!) da “il rintronato”.
Ed ebbe inizio il lungo viaggio..
Luogo di partenza: Milano Malpensa
…al di là di ogni confine temporale (ovvero 8 ore di fusorario), e spaziale ( stato: “in transit” per Londra e Miami)…
Destinazione: Managua, Nicaragua.
Primo volo: Malpensa-Londra.
2 ore
Le Nica’s ringraziano la British Airways per la merenda a basa di thè e biscottini moltoooo deliziosi!
Atterrate a Heatrow, il freddo vento londinese ha sferzato i volti intrepidi delle nostre protagoniste, le quali si sono messe immediatamente alla ricerca del rifugio al quale erano destinate. Grazie al super potere della Nica’s Giulia di fare gli occhi dolci, il conducente del bus numero 453 è stato ipnotizzato e indotto a portare le donzelle all’hotel Ariel Holiday Inn. Qui le nostre protagoniste hanno potuto dissetarsi (con l’ultima Sambuca del viaggio!),riposarsi e rimpizzarsi a colazione, senza badare alle occhiate sospettose e impertinenti degli inglesi.
4 agosto 2011
Chiudete per un attimo gli occhi e immaginate…sei giovani fanciulle alle prese con ben 18 bagagli da 23 kg ciascuno, in aeroporto a Malpensa.. direte: << beh dai, a Malpensa ci sono i carrelli, il personale è italiano..quindi (?)donde està el problema?>>. Caro lettore, queste sei ragazze hanno incontrato il primo “personaggio” (categoria: “il rintronato”) al momento del check-in: al di là della montagna dei bagagli si snodava una lunga fila di viaggiatori che aspettavano di imbarcarsi con noi, peccato che la hostess di terra (il personaggio), aveva deciso di metterci una vita per imbarcare i bagagli delle protagoniste, classificate dalla prima come “le missionarie”!! Il secondo problema era la presenza nella valigia della Nica’s Enrica di una potenziale arma di distruzione di massa: un super DDT (“formato tribù pellerossa”), che è stato direttamente cestinato, senza alcuna pietà, (solo perché la Nica’s Enrica è una brava cittadina responsabile!!) da “il rintronato”.
Ed ebbe inizio il lungo viaggio..
Luogo di partenza: Milano Malpensa
…al di là di ogni confine temporale (ovvero 8 ore di fusorario), e spaziale ( stato: “in transit” per Londra e Miami)…
Destinazione: Managua, Nicaragua.
Primo volo: Malpensa-Londra.
2 ore
Le Nica’s ringraziano la British Airways per la merenda a basa di thè e biscottini moltoooo deliziosi!
Atterrate a Heatrow, il freddo vento londinese ha sferzato i volti intrepidi delle nostre protagoniste, le quali si sono messe immediatamente alla ricerca del rifugio al quale erano destinate. Grazie al super potere della Nica’s Giulia di fare gli occhi dolci, il conducente del bus numero 453 è stato ipnotizzato e indotto a portare le donzelle all’hotel Ariel Holiday Inn. Qui le nostre protagoniste hanno potuto dissetarsi (con l’ultima Sambuca del viaggio!),riposarsi e rimpizzarsi a colazione, senza badare alle occhiate sospettose e impertinenti degli inglesi.
giovedì 14 luglio 2011
Formazione Cantieri: 18-19 giugno 2011
Pronti... (?)
Tanti volti nuovi, tanti stili diversi, tante domande…. Ma soprattutto tantissimo entusiasmo: mi sono proprio piaciuti questi cantieristi2011!
(la piastra la devo lasciare a casa?)
Eh sì, devo ammettere che l’ incontro con i volontari che hanno deciso di partire per i Cantieri della Solidarietà quest’ estate (e quindi di accompagnarci durante un pezzettino del nostro Servizio Civile!) è stato davvero “energizzante”!
(ah, quante valige hai portato tu?)
Energizzante, il termine giusto: il sorriso, la voglia di conoscersi e di conoscere, la semplicità e la naturalezza con cui si sono presentati…mi hanno ricaricato!
(ma per la ceretta?)
Abbiamo passato una due-giorni davvero ricca, di condivisione, racconti, risate, di riflessione sul senso del “partire con un bastone, uno zaino e un paio di sandali”… confrontandoci insieme sulle paure pre-viaggio, su capacità e doti da mettere in gioco, su desideri e aspettative, per partire. E partire bene.
...Partenza... (manca poco!)
(è vero che ci sono i serpenti a Managua?)
Economia, servizi sociali, arti visive… oratorio, calcio, kickboxing…
e poi “Cos’è “Nicaragua?”
Foglio bianco.
Occhi sognanti e interrogativi … ..Di chi si immagina un popolo di Derdiani che urlano contro ingegneri(!) … di chi non ha la più pallida idea di cosa lo aspetti!
(ma a che ora in aeroporto? … )
..e che non vede l’ ora di riempire quel foglio!
Importante è stato anche il ruolo giocato da noi coordinatori, per la prima volta messi alla prova come capi-cantiere. Una bella squadra (sì, sono di parte), pronta ad assumersi le responsabilità dei campi, a vivere un periodo ancora più intenso all’interno di un anno già particolare… con la voglia di divertirsi e confrontarsi (vedi fuga nella “suite-SCE” per “condivisione dell’ esperienza”).
(ho lasciato il tuo numero a mia mamma, è un po’ apprensiva…) (!!!)
Sarà anche perché, tra tutti, ci siamo ritrovate ben in 3 Gallaratesi (e una Cuoricina) :) ,
ma… ...promuovo a pieni voti questo inizio…aspettando solo il:
...Via!
(qualsiasi cosa tanto ci siete voi, no?!) (…)
Tanti volti nuovi, tanti stili diversi, tante domande…. Ma soprattutto tantissimo entusiasmo: mi sono proprio piaciuti questi cantieristi2011!
(la piastra la devo lasciare a casa?)
Eh sì, devo ammettere che l’ incontro con i volontari che hanno deciso di partire per i Cantieri della Solidarietà quest’ estate (e quindi di accompagnarci durante un pezzettino del nostro Servizio Civile!) è stato davvero “energizzante”!
(ah, quante valige hai portato tu?)
Energizzante, il termine giusto: il sorriso, la voglia di conoscersi e di conoscere, la semplicità e la naturalezza con cui si sono presentati…mi hanno ricaricato!
(ma per la ceretta?)
Abbiamo passato una due-giorni davvero ricca, di condivisione, racconti, risate, di riflessione sul senso del “partire con un bastone, uno zaino e un paio di sandali”… confrontandoci insieme sulle paure pre-viaggio, su capacità e doti da mettere in gioco, su desideri e aspettative, per partire. E partire bene.
...Partenza... (manca poco!)
(è vero che ci sono i serpenti a Managua?)
Economia, servizi sociali, arti visive… oratorio, calcio, kickboxing…
e poi “Cos’è “Nicaragua?”
Foglio bianco.
Occhi sognanti e interrogativi … ..Di chi si immagina un popolo di Derdiani che urlano contro ingegneri(!) … di chi non ha la più pallida idea di cosa lo aspetti!
(ma a che ora in aeroporto? … )
..e che non vede l’ ora di riempire quel foglio!
Importante è stato anche il ruolo giocato da noi coordinatori, per la prima volta messi alla prova come capi-cantiere. Una bella squadra (sì, sono di parte), pronta ad assumersi le responsabilità dei campi, a vivere un periodo ancora più intenso all’interno di un anno già particolare… con la voglia di divertirsi e confrontarsi (vedi fuga nella “suite-SCE” per “condivisione dell’ esperienza”).
(ho lasciato il tuo numero a mia mamma, è un po’ apprensiva…) (!!!)
Sarà anche perché, tra tutti, ci siamo ritrovate ben in 3 Gallaratesi (e una Cuoricina) :) ,
ma… ...promuovo a pieni voti questo inizio…aspettando solo il:
...Via!
(qualsiasi cosa tanto ci siete voi, no?!) (…)
mercoledì 4 maggio 2011
NORMALITà

Ricordo il nostro arrivo in Nicaragua: l’aeroporto, il caos di gente, i clacson delle jeep in attesa, le valigie, un forte odore di legno bruciato e smog, volti scuri…in qualche modo diversi e poi il caldo…un caldo soffocante che quasi non ti fa respirare.
In questo turbine veloce di immagini, Managua ci ha accolti, frastornati, confusi e con gli occhi pesanti dalle lunghe ore di volo.
Lentamente i giorni sono passati, la quotidianità ci ha avvolti rendendo meno estranei quei volti e queste strade polverose….il caldo invece continua ad essere insopportabile.
Quando da casa mi chiamano e mi chiedono: “allora com’è questo Nicaragua?” mi vengono mille cose da dire ma mai la parola: normale.
Non sono “normali” le strade, i viaggi sulla trece, fare la spesa al mercato, una conversazione con il vicino, la lezione di ballo, la prima pioggia della stagione, i ragazzi del Guis…
… i ragazzi del Guis. Ogni giorno è una sorpresa, una sorpresa vera.
Le giornate volano veloci tra la polvere delle strade di Nueva Vida, il cielo azzurro, le grida di felicità, i giochi, un piatto di riso e fagioli, i commenti sull’ultima partita del Barcellona, il cambio dei pannolini, i sorrisi, …
h. 15.00: finalmente a casa. Ti butti sul letto con ancora i piedi sporchi di terra, accendi il ventilatore (velocità 3: fa troppo caldo!) e ripensi alla giornata appena trascorsa apparentemente uguale a quella prima. Sveglia, “ellll paaaannn”, colazione, bus, il lavoro al Guis, la spesa, le bollette, … Mille pensieri ti avvolgono come un lenzuolo e cerchi di dargli un ordine, a volte questo ordine non è così evidente. Fai pulizia nella testa e quello che rimane sono i ragazzi del centro con i loro sorrisi regalati quotidianamente, con la loro semplicità e con le loro magliette sporche, con le loro madri, zie, nonne che ogni mattino iniziano ad affrontare la giornata con coraggio, nonostante le mille difficoltà che solo chi le vive conosce.
Alla domanda: “allora com’è questo Nicaragua?”
…”mi piace!”
In questo turbine veloce di immagini, Managua ci ha accolti, frastornati, confusi e con gli occhi pesanti dalle lunghe ore di volo.
Lentamente i giorni sono passati, la quotidianità ci ha avvolti rendendo meno estranei quei volti e queste strade polverose….il caldo invece continua ad essere insopportabile.
Quando da casa mi chiamano e mi chiedono: “allora com’è questo Nicaragua?” mi vengono mille cose da dire ma mai la parola: normale.
Non sono “normali” le strade, i viaggi sulla trece, fare la spesa al mercato, una conversazione con il vicino, la lezione di ballo, la prima pioggia della stagione, i ragazzi del Guis…
… i ragazzi del Guis. Ogni giorno è una sorpresa, una sorpresa vera.
Le giornate volano veloci tra la polvere delle strade di Nueva Vida, il cielo azzurro, le grida di felicità, i giochi, un piatto di riso e fagioli, i commenti sull’ultima partita del Barcellona, il cambio dei pannolini, i sorrisi, …
h. 15.00: finalmente a casa. Ti butti sul letto con ancora i piedi sporchi di terra, accendi il ventilatore (velocità 3: fa troppo caldo!) e ripensi alla giornata appena trascorsa apparentemente uguale a quella prima. Sveglia, “ellll paaaannn”, colazione, bus, il lavoro al Guis, la spesa, le bollette, … Mille pensieri ti avvolgono come un lenzuolo e cerchi di dargli un ordine, a volte questo ordine non è così evidente. Fai pulizia nella testa e quello che rimane sono i ragazzi del centro con i loro sorrisi regalati quotidianamente, con la loro semplicità e con le loro magliette sporche, con le loro madri, zie, nonne che ogni mattino iniziano ad affrontare la giornata con coraggio, nonostante le mille difficoltà che solo chi le vive conosce.
Alla domanda: “allora com’è questo Nicaragua?”
…”mi piace!”
sabato 30 aprile 2011
LE COSE CAMBIANO!(?)
Son preso un po’ alla sprovvista,ho visto solo ora che c’era anche questa parte da fare.Scrivere,scrivere come stai e cosa provi,perché queste cose si sanno, uno parte sempre con l’intenzione di scrivere qualcosa di tranquillo,di distaccato,ma poi si fa trascinare dagli eventi,dalle emozioni che ti assalgono e non ti fanno più smettere di pigiare tasti(e per fortuna che sto usando la tastiera,che sinceramente odio,perché se avessi avuto in mano una penna sarebbe stato molto peggio).
Sono a Managua da tipo due mesi,qualcosa più o qualcosa meno,il tempo è cosi diverso da quello italiano. Qui ho già perso da un po’ il numero dei giorni,le date,tutti quei collegamenti razionali e monotoni che però ci aiutano tanto a definire,a strutturare pensieri e giornate.
Questa non è la mia prima esperienza di “volontariato/umanitaria/mettermi in gioco/chiamala come vuoi,son solo etichette inutili”, però è tutto un continuum,tutto si interseca, intreccia in un gomitolo che via via si fa più chiaro,che man mano ti incasina.
Per due mesi son andato tutti i giorni al lavoro, in un posto brutto,davvero brutto, dove, oltre alla polvere, si respirano rassegnazione mischiata a rabbia, tristezza mixata a follia, ma più di tutto ti arriva nei polmoni quell’odore bastardo,acre, impossibile da mandare via,di chi sa che non cambierà mai nulla,di chi guarda quelli come me che son pieni di buona volontà, che vogliono cambiare anche solo qualcosina,non il mondo(quello lo volevo cambiare qualche anno fa,ma l’ego ha preso troppe bastonate),e ridono,di quel sorriso che vuole solo dirti ok,sbattiti,lavora e briga e fai e dai,ma tanto quando l’anno prossimo te ne vai arriverà solo un altro supereroe dei nostri tempi,e tutto ricomincerà da capo,senza risultati,normale routine. E tu all’inizio dici vedremo,io non sono l’altro,ho le mie potenzialità,e, impettito dai complimentoni che ti han fatto al lavoro in Italia o a scuola, parti a treno,e lavori e brighi e disfi e poi,quando sei al limite delle forze, alzi lo sguardo,e dici “ e mò?”. E partono un bel po’ di paranoie,e non son più i piccoli ticchettii della pioggia, è un uragano amici,che ti assale e ti urla dentro e tu non puoi proprio accendere il tuo ipod,il volume non sarà mai abbastanza alto e poi ai tuoi timpani sotto sotto un po’ ci tieni,quindi domande: iniziamo
1)Ma io servo davvero a qualcosa qui?
2)E se fosse venuto un altro al posto mio?
3)Ma ogni volta che vai in un altro posto verrai sempre visto come un bianco pieno di soldi(no perché dopo un po’ ti girano anche un po’ le palle)
4)Ma inventeranno mai una birra buona,ma buona davvero,che però non ti fa andare in bagno 100 volte dopo che ne hai bevuti 3 litri?
E poi…e poi vado a comprarmi le sigarette(amici nicotinomani,qui è una pacchia,meno di un euro per un pacchetto di sigarette,e son pure buone),e la signora della baracca dove le compro mi dà il resto sbagliato,tipo 8 centesimi di euro in più,e io glielo faccio notare e le restituisco i soldi in eccesso,e sta qua mi guarda come se fossi un alieno e mi fa un sorriso che neanche mia madre me lo ha mai fatto,e mi ringrazia,ma mi ringrazia davvero,mica un grazie dovuto. E io sorrido,e torno al lavoro, e vedo tanti sorrisini che nel mio stato di preso male non notavo,e i bambini del Guis,mamma mia quanto sono belli. E anche se sono muti o non sanno parlare e non si muovono neppure in alcuni casi,mi danno tanta di quella forza,di quella luce che ho la ricarica di ottimismo a vita. E sono ancora pronto a sfidare coloro che sono convinti che nulla si può cambiare.
Sono a Managua da tipo due mesi,qualcosa più o qualcosa meno,il tempo è cosi diverso da quello italiano. Qui ho già perso da un po’ il numero dei giorni,le date,tutti quei collegamenti razionali e monotoni che però ci aiutano tanto a definire,a strutturare pensieri e giornate.
Questa non è la mia prima esperienza di “volontariato/umanitaria/mettermi in gioco/chiamala come vuoi,son solo etichette inutili”, però è tutto un continuum,tutto si interseca, intreccia in un gomitolo che via via si fa più chiaro,che man mano ti incasina.
Per due mesi son andato tutti i giorni al lavoro, in un posto brutto,davvero brutto, dove, oltre alla polvere, si respirano rassegnazione mischiata a rabbia, tristezza mixata a follia, ma più di tutto ti arriva nei polmoni quell’odore bastardo,acre, impossibile da mandare via,di chi sa che non cambierà mai nulla,di chi guarda quelli come me che son pieni di buona volontà, che vogliono cambiare anche solo qualcosina,non il mondo(quello lo volevo cambiare qualche anno fa,ma l’ego ha preso troppe bastonate),e ridono,di quel sorriso che vuole solo dirti ok,sbattiti,lavora e briga e fai e dai,ma tanto quando l’anno prossimo te ne vai arriverà solo un altro supereroe dei nostri tempi,e tutto ricomincerà da capo,senza risultati,normale routine. E tu all’inizio dici vedremo,io non sono l’altro,ho le mie potenzialità,e, impettito dai complimentoni che ti han fatto al lavoro in Italia o a scuola, parti a treno,e lavori e brighi e disfi e poi,quando sei al limite delle forze, alzi lo sguardo,e dici “ e mò?”. E partono un bel po’ di paranoie,e non son più i piccoli ticchettii della pioggia, è un uragano amici,che ti assale e ti urla dentro e tu non puoi proprio accendere il tuo ipod,il volume non sarà mai abbastanza alto e poi ai tuoi timpani sotto sotto un po’ ci tieni,quindi domande: iniziamo
1)Ma io servo davvero a qualcosa qui?
2)E se fosse venuto un altro al posto mio?
3)Ma ogni volta che vai in un altro posto verrai sempre visto come un bianco pieno di soldi(no perché dopo un po’ ti girano anche un po’ le palle)
4)Ma inventeranno mai una birra buona,ma buona davvero,che però non ti fa andare in bagno 100 volte dopo che ne hai bevuti 3 litri?
E poi…e poi vado a comprarmi le sigarette(amici nicotinomani,qui è una pacchia,meno di un euro per un pacchetto di sigarette,e son pure buone),e la signora della baracca dove le compro mi dà il resto sbagliato,tipo 8 centesimi di euro in più,e io glielo faccio notare e le restituisco i soldi in eccesso,e sta qua mi guarda come se fossi un alieno e mi fa un sorriso che neanche mia madre me lo ha mai fatto,e mi ringrazia,ma mi ringrazia davvero,mica un grazie dovuto. E io sorrido,e torno al lavoro, e vedo tanti sorrisini che nel mio stato di preso male non notavo,e i bambini del Guis,mamma mia quanto sono belli. E anche se sono muti o non sanno parlare e non si muovono neppure in alcuni casi,mi danno tanta di quella forza,di quella luce che ho la ricarica di ottimismo a vita. E sono ancora pronto a sfidare coloro che sono convinti che nulla si può cambiare.
MARCO SUPERTRAMP
domenica 13 marzo 2011
giovedì 3 marzo 2011
mercoledì 23 febbraio 2011
"Dos jóvenes cooperantes de Cáritas Ambrosiana..."

"...apoyaran a Redes de Solidaridad durante 2011"
Ricambiamo con piacere il saluto degli amici di Redes de Solidaridad (Nicaragua),
che hanno pubblicato su loro blog
il benevenuto a Elisabetta e Marta!
Ecco lo screenshot della pagina
e il link al blog.
martedì 22 febbraio 2011
Un incontro speciale...

Ogni tanto i sogni si avverano...
piccoli o grandi che siano l'importante è crederci, ma crederci davvero...
come il mio sogno di fare il servizio civile all'estero.
Quet'anno è proprio iniziato bene e sta continuando stupirmi e regalarmi momenti indimenticabili come questo ritratto nella foto, io e Gioconda Belli, io desideravo vederla, incontrarla, sapevo che prima o poi sarebbe successo ma che stupore e che gioia!
Gioconda Belli, scrittrice e giornalista... "La donna abitata" il libro che più di altri sento..."All'albeggiare emersi" e poi "mi sono ritrovata sola per secoli in una dimora di terra e radici [...] sentivo che il mondo era vicino [...] vidi le radici, le mani tese che mi chiamavano".
Come dimenticare le sue parole e la poesia che chiude il libro:
Nessuno sarà padrone di questo corpo di laghi e vulcani
di questa mescolanza di razze,
di questa storia di lance;
di questo popolo amante del mais,
delle feste al chiaro di luna;
del popolo dei canti e dei tessuti di tutti i colori.
Né lei né io siamo morte senza un progetto, senza lasciare un’eredità.
Siamo tornate alla terra da dove ancora torneremo a vivere.
Popoloremo di frutti carnosi l’aria dei tempi nuovi.
Colibrì Yarince.
Colibrì Felipe
danzeranno sulle nostre corolle
ci feconderanno eternamente.
Vivremo nel crepuscolo della gioia
nell’alba di tutti i giardini.
Presto vedremo il giorno colmo di felicità
le imbarcazioni dei conquistatori allontanarsi per sempre.
Saranno nostri l’oro e le piume
il cacao e il mango
l’essenza dei sacuanjiocges.
Chi ama non muore mai.
...lo Sce regala anche questo :) !
sabato 12 febbraio 2011
^^
Viaggio.
Viaggio strano. È la prima volta che parto con “qualcuno”. E per di più italiano! Ho sempre viaggiato da sola… compartir es otra cosa!
Arrivo a Managua … il viaggio che ci porta dall’ aeroporto a “casa” è… esattamente come me lo ricordavo. Nessuno stupore. O meglio solo uno, mi stupisco di non essere stupita. E penso.
Una camionetta calda .. con i bagagli accatastati nel rimorchio e legati insieme con una fune .. per evitare la caduta durante il tragitto. Mi ricordo della calle.
Le strade di Managua sono orribili. Non tutte sono asfatate e quelle che lo sono … si sciolgono al sole. Gli autobus sembrano divertirsi saltando le buche.
ll primo viaggio sul bus “trece” (“la trece, la trece!”) non lo smentisce: aggrappati come possono i miei compagni di viaggio si stupiscono per il tanto saltare .. lo paragonano a Gardaland..e io non mi stupisco, né per le buche, né tanto meno per “gli italiani”.
Dal finestrino cartelloni pubblicitari, cartelli stradali, semafori, taxi gialli, gente che corre, che cammina, che guarda … è tutto un colore. Mi ricordo dei colori.
Colori di una città che è un disastro, colori delle casette ad un solo piano che si alternano e mai si ripetono uguali, colore del fumo dei gas di scarico che si alza giusto ad altezza vie respiratorie, colore blu del cielo che a Milano non esiste, colore sbiadito della mia pelle per il quale la gente mi guarda allucinata, colore delle farfalle che sono enormi e che volano alto.
Si sentono clacson, urla, vendidores ambulantes, freni che stridono, musica a tutto volume, pianti e risate di bambini. Mi ricordo del rumore.
“PAAAAN! PAAAAN!” “Basura-basura, Basura-basura”. E quando la musica si spegne.. è perché non c’è più corrente! E allora si inizia a cantare.
I ricordi si mischiano con la nuova avventura… una settimana passa senza che io me ne accorga.
Lo stupore per la consapevolezza che sento è grande. E mi stupisco!
Viaggio strano. È la prima volta che parto con “qualcuno”. E per di più italiano! Ho sempre viaggiato da sola… compartir es otra cosa!
Arrivo a Managua … il viaggio che ci porta dall’ aeroporto a “casa” è… esattamente come me lo ricordavo. Nessuno stupore. O meglio solo uno, mi stupisco di non essere stupita. E penso.
Una camionetta calda .. con i bagagli accatastati nel rimorchio e legati insieme con una fune .. per evitare la caduta durante il tragitto. Mi ricordo della calle.
Le strade di Managua sono orribili. Non tutte sono asfatate e quelle che lo sono … si sciolgono al sole. Gli autobus sembrano divertirsi saltando le buche.
ll primo viaggio sul bus “trece” (“la trece, la trece!”) non lo smentisce: aggrappati come possono i miei compagni di viaggio si stupiscono per il tanto saltare .. lo paragonano a Gardaland..e io non mi stupisco, né per le buche, né tanto meno per “gli italiani”.
Dal finestrino cartelloni pubblicitari, cartelli stradali, semafori, taxi gialli, gente che corre, che cammina, che guarda … è tutto un colore. Mi ricordo dei colori.
Colori di una città che è un disastro, colori delle casette ad un solo piano che si alternano e mai si ripetono uguali, colore del fumo dei gas di scarico che si alza giusto ad altezza vie respiratorie, colore blu del cielo che a Milano non esiste, colore sbiadito della mia pelle per il quale la gente mi guarda allucinata, colore delle farfalle che sono enormi e che volano alto.
Si sentono clacson, urla, vendidores ambulantes, freni che stridono, musica a tutto volume, pianti e risate di bambini. Mi ricordo del rumore.
“PAAAAN! PAAAAN!” “Basura-basura, Basura-basura”. E quando la musica si spegne.. è perché non c’è più corrente! E allora si inizia a cantare.
I ricordi si mischiano con la nuova avventura… una settimana passa senza che io me ne accorga.
Lo stupore per la consapevolezza che sento è grande. E mi stupisco!
lunedì 7 febbraio 2011
L'incontro con Managua

Managua mi accoglie nella notte con una ventata di calore che profuma di legno bruciato, per stada ci sono poche persone, mentre sulle varie macchine, jeep e camioncini la gente si ammassa in un groviglio di corpi.
All'arrivo a Batahola il nostro nuovo Barrio, ci accolgono i bambini e in questa atmosfera surreale entriamo in casa!
Finalemente, ormai sognavo ogni notte di posare il mio piede nella mia nuova casa nicaraguense.
Quasi non mi sembra vero di essere qui, non mi sembra vero che se esco dalla porta di casa sono a Managua la città senza un centro, la città dalle grate alle finestre, dalle case ad un piano con il filo spinato intorno. Una città povera, che tutto può sembrare tranne una capitale.
La gente ci mette in guardia cuidado y peligro son le due parole che in questi primi giorni mi hanno accompagnata, ma io contrariamente alle mie fantasie mi sento tranquilla, serena e chissà se questo è un bene...
martedì 1 febbraio 2011
e il grigio inizia a prender colore
Hola a todos!
Son arrivato a Managua domenica in tarda nottata,che poi per il fuso locale eran tipo le 21e30,però io le 7 ore in più date dal fusoorario italiano me le son fatte quindi per me era notte:)
Prima impressione parecchio colorata: case colorate, cielo colorato, macchine colorate, bus colorati(quello che dovremo prendere per un anno è giallo,pieno di scritte e semimurales e per suonare il clacson bisogna tirare una catena). Anche la gente è colorata,colorata di allegria, di urla,di giochi in strada e degli abbracci continui che ho ricevuto dai ragazzi del Guis il mio primo giorno di lavoro,durante la festa di benvenuto per l'inizio della scuola.
Son colori che scaldano(nonostante i 1000 gradi che ci son qui:) ).
Che altro dire..voglia di colorare il mondo che vorrei abitare..
un abbraccio a tutti
Son arrivato a Managua domenica in tarda nottata,che poi per il fuso locale eran tipo le 21e30,però io le 7 ore in più date dal fusoorario italiano me le son fatte quindi per me era notte:)
Prima impressione parecchio colorata: case colorate, cielo colorato, macchine colorate, bus colorati(quello che dovremo prendere per un anno è giallo,pieno di scritte e semimurales e per suonare il clacson bisogna tirare una catena). Anche la gente è colorata,colorata di allegria, di urla,di giochi in strada e degli abbracci continui che ho ricevuto dai ragazzi del Guis il mio primo giorno di lavoro,durante la festa di benvenuto per l'inizio della scuola.
Son colori che scaldano(nonostante i 1000 gradi che ci son qui:) ).
Che altro dire..voglia di colorare il mondo che vorrei abitare..
un abbraccio a tutti
Rumori
...finalmente!
Questo primo giorno di Nicaragua è stato davvero intenso e mi ritrovo ora sul mio letto nella mia splendida camera a tentare di dare ordine a tutte le cose viste oggi, le persone incontrate, le domande fatte e le risposte ricevute (grazie Fra!), ai nomi, e alle parole nuove imparate. Le mie energine cerebrali, scarse in questo momento, faticano a fare questo lavoro di cancelleria mentale.
Sono sicura però che c'è una cosa facile da immagazzinare e anche immediata da recepire: i rumori della giornata. Quelli si che mi piacciono.
La sveglia, perchè di rumore si tratta (maledetta h.5,00), non è stata per niente piacevole ma ha dato il via a questa giornata quindi ha una sua importanza, aprendo la porta il rumore della doccia che stava facendo Fra e subito dopo la moka del caffè che stava salendo, ha creato un nonsoche di "casa".
Apredo la porta la strada ci accoglie in un gran silenzio che dura il tempo di voltare l'angolo e di capire che la giornata ha preso il via ufficialmente per noi ma anche per Managua: clacson, rumore di auto, chiacchiere alla parada del bus, venditori, ecc...
Al Guis (il centro dove lavoriamo) la musica e le grida dei ragazzi ci hanno accolti nella festa di inizio anno.
Termino scivendo questo post con un piacevole sottofondo di vociare un pò confuso di bambini nella vialetto davanti a casa che hanno organizzato una partita di calcio. Che c'è di meglio?
Buona prima giornata! :)
Questo primo giorno di Nicaragua è stato davvero intenso e mi ritrovo ora sul mio letto nella mia splendida camera a tentare di dare ordine a tutte le cose viste oggi, le persone incontrate, le domande fatte e le risposte ricevute (grazie Fra!), ai nomi, e alle parole nuove imparate. Le mie energine cerebrali, scarse in questo momento, faticano a fare questo lavoro di cancelleria mentale.
Sono sicura però che c'è una cosa facile da immagazzinare e anche immediata da recepire: i rumori della giornata. Quelli si che mi piacciono.
La sveglia, perchè di rumore si tratta (maledetta h.5,00), non è stata per niente piacevole ma ha dato il via a questa giornata quindi ha una sua importanza, aprendo la porta il rumore della doccia che stava facendo Fra e subito dopo la moka del caffè che stava salendo, ha creato un nonsoche di "casa".
Apredo la porta la strada ci accoglie in un gran silenzio che dura il tempo di voltare l'angolo e di capire che la giornata ha preso il via ufficialmente per noi ma anche per Managua: clacson, rumore di auto, chiacchiere alla parada del bus, venditori, ecc...
Al Guis (il centro dove lavoriamo) la musica e le grida dei ragazzi ci hanno accolti nella festa di inizio anno.
Termino scivendo questo post con un piacevole sottofondo di vociare un pò confuso di bambini nella vialetto davanti a casa che hanno organizzato una partita di calcio. Che c'è di meglio?
Buona prima giornata! :)
martedì 18 gennaio 2011
mARTa
mARTa
…con una terribile difficoltà a scrivere pubblicamente… :)
Cosa ti piace? Non sono sicura di saperlo. E questo un po’ mi piace - “libertà e perline colorate”
Perché lo SCE? In questo momento, è per me la scelta migliore che io possa fare, razionalmente e irrazionalmente - “all’ albeggiare emersi”
Sensazioni all’ inizio del viaggio: confusione cilena di Copenhagen - “el valor para marcharse el miedo a llegar”
Aneddoto: LiMaNiMa correndo nel prato del nonno – …“che il mondo vada per la sua strada!”
da che parte inizio?
“Iniziate il Blog scrivendo qualcosa di voi, con tanto di foto”
NOOOOOOOOO e ora che scrivo? Come inizio? Come finisco?
Potrei iniziare con….
Ciao! Sono Martina, ho 23 anni e ho deciso di fare il Servizio Civile con Caritas Ambrosiana, mi spediscono in Nicaragua. Mi piace bere il tè il pomeriggio, ho un cane che si chiama Polonio e due pesci rossi, sono pigra e non mi piace il cioccolato.
Ma non mi sembra granché anzi, fa decisamente schifo.
Che fatica! Ogni volta che devo raccontarmi a qualcuno prende il via un turbine di pensieri in cui è difficile trovare un ordine. Inoltre l’affare si complica quando devi essere messa li, nero su bianco dove tutti ti possono leggere, ogni pensiero sembra stupido o che non possa interessare a nessuno; insomma, devi scegliere bene le parole e scegliere non è decisamente il mio forte.
Devo dire però che rispetto allo SCE sono stata proprio brava; mi sono informata, ci ho riflettuto, ho compilato la domanda, fatto i colloqui necessari, superato la selezione…ed eccomi qui. Niente ripensamenti, dubbi o momenti di crisi, è stato un percorso sereno.
Questa facilità, devo dire, che ha stupito anche me; solitamente anche solo capire cosa infilarmi la mattina diventa un affare di Stato, 10 minuti con lo sguardo fisso all’armadio aperto.
Questa volta è stato diverso, forse perché la curiosità è sempre stata una caratteristica che mi appartiene. In fondo questa decisione di partire credo sia figlia di quella spinta, forse infantile, che ti fa scuotere e sbirciare il pacchetto di Natale sotto l’albero, cercando di capire cosa contiene.
Ecco, oggi è un po’ come se fosse la Vigilia e tra poco il mistero verrà svelato sicura che il regalo non possa deludere.
NOOOOOOOOO e ora che scrivo? Come inizio? Come finisco?
Potrei iniziare con….
Ciao! Sono Martina, ho 23 anni e ho deciso di fare il Servizio Civile con Caritas Ambrosiana, mi spediscono in Nicaragua. Mi piace bere il tè il pomeriggio, ho un cane che si chiama Polonio e due pesci rossi, sono pigra e non mi piace il cioccolato.
Ma non mi sembra granché anzi, fa decisamente schifo.
Che fatica! Ogni volta che devo raccontarmi a qualcuno prende il via un turbine di pensieri in cui è difficile trovare un ordine. Inoltre l’affare si complica quando devi essere messa li, nero su bianco dove tutti ti possono leggere, ogni pensiero sembra stupido o che non possa interessare a nessuno; insomma, devi scegliere bene le parole e scegliere non è decisamente il mio forte.
Devo dire però che rispetto allo SCE sono stata proprio brava; mi sono informata, ci ho riflettuto, ho compilato la domanda, fatto i colloqui necessari, superato la selezione…ed eccomi qui. Niente ripensamenti, dubbi o momenti di crisi, è stato un percorso sereno.
Questa facilità, devo dire, che ha stupito anche me; solitamente anche solo capire cosa infilarmi la mattina diventa un affare di Stato, 10 minuti con lo sguardo fisso all’armadio aperto.
Questa volta è stato diverso, forse perché la curiosità è sempre stata una caratteristica che mi appartiene. In fondo questa decisione di partire credo sia figlia di quella spinta, forse infantile, che ti fa scuotere e sbirciare il pacchetto di Natale sotto l’albero, cercando di capire cosa contiene.
Ecco, oggi è un po’ come se fosse la Vigilia e tra poco il mistero verrà svelato sicura che il regalo non possa deludere.
A magic trip

CIAO! Sono Marco, ho 25 anni e vengo da Bergamo( dove si dice pota ). Avrei voluto cominciare scrivendo una citazione che parlasse di viaggio e conoscenza, ma ovviamente quando servono non vengono mai in mente.
Che dire, ecco si, mi piace davvero tanto andare in montagna col mio cane, bob3( i primi 2 sono morti,ma se la son davvero goduta la vita), e camminare fino a quando mi scoppiano i polmoni,quando senti che potresti svenire da un momento all’altro; ma ti senti cosi libero,cosi leggero. E il sorriso non può che aleggiarti sulle labbra,e allora ti spingi ancora più al limite fino ad arrivare alla vetta,dove si apre un paesaggio da cartolina,la cartolina della tua felicità,e tu ti senti proprio bene, e vorresti essere proprio dove sei,perché sei parte della montagna,del vento, degli alberi..sei un tutt’uno con la natura.
Sto per partire per un anno, me ne andrò in Nicaragua per un anno,come volontario del servizio civile all’estero. Perché questa scelta, vi starete chiedendo(sperando abbiate letto almeno fino a qui ); avevo un lavoro che mi piaceva,ho molti amici qui e mi trovo bene nel posto in cui vivo.
Bè, credo sia la voglia di mettersi in gioco,quel piccolo brivido che mi percorre schiena e stomaco quando penso di viaggiare,di conoscere nuove culture,di dare una mano,di scoprire nuovi punti di vista.
E pensare che tra poco più di una settimana partirò mi prende bene,come un bambino quando vede un pagliaccio o un animale strano o qualcosa di colorato,cose insomma che noi “adulti” sempre più spesso non ci soffermiamo più ad osservare,ma che per un bimbo sono fonte di fantasticherie,di gioci fantastici e corse senza fine pensando di essere un supereroe.
Qualche settimana fa ho conosciuto Pietro, un bimbo di tre anni,che mi diceva di avere dei superpoteri che lo facevano volare,e, per dimostrarmelo,continuava a saltare per la stanza; ed era bellissimo guardarlo,ero ammirato da come la sua convinzione lo portasse a sentirsi davvero una persona coi poteri.
Ecco,io mi sento cosi,con la voglia di correre e di volare,e di partire per questa nuova avventura di servizio civile all’estero!!!!!
Iscriviti a:
Post (Atom)