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lunedì 10 ottobre 2011

Una strada che divide la Bolivia



Da ormai due mesi è cominciata la marcia delle popolazioni indigene contro la strada che dovrebbe attraversare il TIPNIS (Territorio Indigeno Parque Nacional Isiboro Sécure), la maggior riserva ecologica della Bolivia, abitata da 50.000 persone. Il parco è minacciato dalla costruzione di oltre 300 km di autostrada che spaccheranno in due questa zona dell’Amazzonia boliviana, imponendo l’abbattimento di circa mezzo milione di alberi.

Gli scontri sono stati molto forti e la polizia è arrivata a bloccare la marcia il 25 di settembre così che il malcontento nei confronti di Morales è aumentato ancora di più: le popolazioni indigene non si sentono più rappresentate e questa iniziativa ha finalmente fatto cadere la maschera ambientalista e indigenista del presindente. Circa mille dei dimostranti sono stati fermati e dispersi violentemente con gas lacrimogeni e cariche della polizia nonostante fosse una marcia pacifica e tra i dimostranti ci fossero anche bambini e donne incinte.


già ma quali gli interessi in gioco???



L’autostrada fa parte di un progetto internazionale che prevede di collegare la costa est dell’America Latina con l’Oceano Pacifico; i nativi non chiedono la sospensione dell’opera, ma che venga rivisto il tracciato in modo che non venga tagliato a metà il loro territorio, ma che la strada lo tocchi solo in periferia.

Dall’altra parte, a favore della costruzione dell’autostrada ci sono ovviamente pesanti interessi economici, del Brasile in primis. Il Brasile in particolare sostiene l’opera con l’80% dell’investimento , in quanto ha bisogno di uno sbocco sull’Oceano Pacifico per esportare i propri prodotti verso i mercati dell’est asiatico, per non parlare dei coltivatori e trafficanti di cocaina che avrebbero un’importante e comoda via di comunicazione per i loro commerci.

Il presidente Morales ha riassunto il tutto dicendo che sarà una opportunità di sviluppo per la regione e per tutta la Bolivia, tralasciando di parlare delle pressioni economiche esercitate dal Brasile.


I manifestanti chiedono che venga rispettata la costituzione che lo stesso Morales ha promulgato: ogni azione sul territorio della foresta pluviale deve essere presa solo dopo la consultazione con le popolazioni locali. Sotto pressione e dopo le dimissioni di due ministri del suo governo in seguito alla violenza della polizia nel bloccare i manifestanti, il presidente ha momentaneamente bloccato il progetto nell’attesa che si calmino le polemiche, anche se il primo tratto è già in fase di costruzione.

Il 12 di ottobre i manifestanti dovrebbero arrivare a La Paz, in giorni in cui tra l’altro è proibito manifestare, a causa delle elezioni per eleggere i membri della magistratura (in cui tutti i candidati appartengono al MAS, il partito di Morales!).

Le tensioni sono forti…e le preoccupazioni di Morales adesso ancora di più!

sabato 16 luglio 2011

In cammino...verso la selva!




Eccoci qui a pochi giorni dal ritorno dalla zona tropicale boliviana.


Un viaggio di 2000 km per raggiungere le terre affidate ai campesinos del Movimiento sin Tierra…il caldo, i Mosquitos, le zecche…pronte ad affrontare vipere, piraña e coccodrilli io e la Vale ci lanciamo in questa nuova avventura boliviana…




Da mesi stiamo seguendo il Movimiento Sin Tierra qui in Bolivia nell’accompagnamento a Tierra Nueva, un terreno nella regione tropicale del Beni dove i campesinos, rimasti senza terra a causa della parcellizazione dei terreni andini si dovrebbero trasferire per iniziare una nuova vita, con nuove speranze e maggior sicurezza.




In realtà il cammino verso Tierra Nueva è difficile... fisicamente: in mezzo alla foresta tropicale con strade non facili da percorrere, il primo centro abitato a due ore di macchina, un caldo che persone abituate a vivere 4000 mt fanno fatica a sopportare, mosquitos che non ti lasciano dormire, inondazioni nella stagione delle piogge, coltivazioni da iniziare completamente diverse da quelle delle ande boliviane, senza acqua, infrastrutture come scuola per i bambini o ospedali…




E le difficoltà non sono solo queste…la gestione della terra, comunitaria o individuale, il mancato appoggio politico, proprietari terrieri vicini poco accoglienti…


La strada è lunga…come lungo è stato il cammino che da Cochabamba a 2700 mt ci ha portato a 200 mt nel caldo umido della foresta per conoscere concretamente l’asientamento humano, dove i Sin Tierra dovrebbero trasferirsi…due Pawichi – capanne di bambù e foglie di palma - e 18 persone pronte ad accoglierci e a mostrarci le coltivazioni che hanno cominciato a dar frutto: limoni, aranci, mango e canna da zucchero..ben presto anche papaya e cocco.




Ma questo non basta per poter sopravvivere…l’acqua è l’elemento essenziale e già in molti si sono ammalati bevendo quella del fiume: anche per questo la residenza nell’asientamento non è continuativa, ma le diverse famiglie si alternano per poter custodire il proprio terreno. Insieme si parla della possibile costruzione di un pozzo, di migliorare le condizioni di vita nell’asientameto e sulla prospettiva concreta di poter vivere per un lungo periodo e creare una vera e propria comunità in Tierra Nueva.



La strada che ci riporta a casa è lunga, ci rimettiamo in cammino verso Cochabamba, così come si spera che continuino il proprio cammino le famiglie di Tierra Nueva…le premesse ci sono, ora si deve solo iniziare a crederci davvero!

giovedì 5 maggio 2011

Tornerò a casa ballerina?

La danza in Bolivia è una delle cose che mi sta sorprendendo di più…l’esuberanza dei colori, dei movimenti, il ritmo così sentito da ogni boliviano...( SOTTOLINEO DA OGNI BOLIVIANO…se ispezionate ogni angolo del mio sangue non credo che troverete una briciolina di ritmo!)

Solitamente se pensi ai balli latino-americani ti vengono in mente tutti quei ritmi di salsa, meregue, bachata…ma in realtà qui il ballo è tutta altra cosa, ogni danza è legata ad un significato, ad un momento storico e ogni regione ha i suoi…è una cosa serissima e le stesse università si organizzano in fraternità per ognuno dei balli.




C'è il TINKU - secondo me è bellissimo – che riprende e rappresenta il rituale tinku, ancora praticato in alcune zone andine: una battaglia tra campesinos che lottano fino ad arrivare quasi alla morte, in venerazione alla Dea Pachamama o Madre Terra, che in cambio di doni di prodigalità e abbondanza nel raccolto, richiede grandi sacrifici di sangue.





C’è CAPORALES che rappresenta un personaggio dell’epoca coloniale, il caporale (caposquadra), un uomo mulatto nominato per comandare sugli schiavi e che indossava un abbigliamento appariscente, portava in una mano una frusta e calzava degli stivali pieni di sonagli per incutere timore.




C’è la DIABLADA, dai colori stra-appariscenti con maschere stupende e originalissime… rappresenta la lotta tra il bene e il male, per cui ci sono angeli e demoni che combattono, accompagnati da mostri di ogni genere. Vedere questo ballo è sempre uno spettacolo e ad Oruro, città in cui è nata la danza, è stata dichiarato patrimonio dell’UNESCO.



C’è la MORENADA, che rappresenta il trasferimento degli schiavi africani dalle miniere alle terre tropicali boliviane e la melodia riprende il suono delle catene con cui erano legati i prigionieri.






C’è TOBAS, che rappresenta lo scontro tra le culture amazzoniche e i conquistadores…



E molte molte altre danze…



Qui ad ogni festa o a carnevale si balla e direi che è una persecuzione per me…già mi avete assegnato una compagna di avventure ballerina (Vale lo sai che ti voglio bene!) ma qui mi mettono pure a ballare…eh sì..immaginate un tronco di legno in mezzo alla pista, con un bel po' di pubblico ( tra l’altro vestita di bianco e con la coda, cose che chi mi conosce sa benissimo che non avvengono MAI!).

Il video del ballo, il TAKIRARI, tipico delle zone orientali della Bolivia, è stato mandato solo ai grandi capi (e spero non lo diffondano ahah…Vale non so se ti voglio ancora bene!) a voi ecco solo la foto!

martedì 8 marzo 2011



Carnevale in Cochabamba..tutto ebbe inizio secondo la mitologia quando:





" Pachacamac dio del cielo, si unì a Pachamama e da questa unione nacquero due gemelli, un maschio e una femmina. Come in altri miti andini, il padre morì oppure, secondo altre leggende, sparì in mare o rimase prigioniero di un incantesimo in un'isola del litorale.
Pachamama rimase vedova e sola con i suoi figli. Sulla Terra regnava l'oscurità. In lontananza videro una luce che seguirono salendo montagne, attraversando lagune e combattendo contro mostri.
Infine arrivarono in una grotta conosciuta come Waconpahuin, abitata da un uomo chiamato Wakon. Questi aveva sul fuoco una patata e una pentola di pietra. Chiese ai due figli di Pachamama di andare a prendere l'acqua. I due tardarono e Wakon tentò di sedurre Pachamama. Vistosi rifiutato la uccise, divorò il suo corpo e mise i resti in una pentola.
I due gemelli tornarono e chiesero della madre. Wakon non raccontò nulla e disse loro che sarebbe tornata a momenti, ma i giorni passavano e la madre non tornava.
Huaychau, uccello che annunciava l'alba, ebbe compassione dei due gemelli e raccontò cosa successe alla loro madre mettendoli in guardia del pericolo che correvano rimanendo con Wakon. I bambini legarono i capelli di Wakon, che nel frattempo dormiva, ad una grossa pietra e scapparono in fretta e furia.
Incontrarono una volpe, Añas, che dopo aver chiesto loro perché scappavano e dove stessero andando, li nascose nella sua tana. Nel frattempo Wakon si liberò e si mise in cerca dei gemelli. Incontrò dapprima vari animali a cui chiese se avevano visto due gemelli, ma nessuno seppe aiutarlo. Incontrò, infine, Añas. Questa gli disse che i bambini erano in cima ad una montagna e che avrebbe potuto, una volta in cima, imitare la voce della madre in modo che i bambini uscissero allo scoperto.
Wakon si mise a correre affannosamente verso la cima e non si accorse della trappola che nel frattempo l'astuta volpe Añas gli aveva teso. Wakon cadde da un burrone e, morendo, causò un violento terremoto.
I gemelli rimasero con Añas che gli alimentava con il suo sangue. Nauseati chiesero se poteva andare a raccogliere qualche patata. Trovarono un'oca (Oxalis Tuberosa, un tubero simile alla patata) assomigliante ad una bambola. Giocarono con essa, ma si ruppe un pezzo. I bambini smisero di giocare e si addormentarono.
Nel sonno la femmina sognò di lanciare il suo cappello in aria e che questo rimanesse sospeso senza ricadere. La stessa cosa accadeva, nel sogno, ai suoi vestiti. Una volta sveglia raccontò il sogno al fratello. Mentre i bambini si domandavano il significato del sogno, videro in cielo una corda lunghissima. Incuriositi si arrampicarono e salirono.
Alla cima della corda videro il loro padre, Pachacamac, impietosito per le loro disavventure. Riuniti al loro padre, vennero trasformati nel
Sole (il maschio) e nella Luna (la femmina).
Per quello che riguarda Pachamama, essa rimase sempre in basso, assumendo la forma di un imponente nevaio chiamato, anche oggi, La Viuda (la vedova).






da allora la Pachamama è rimasta un personaggio importante nella cultura soprattutto Aymara, tantè che viene considerata come la madre che ci protegge e ci porta il cibo per vivere; secondo gli indigeni quindi, se non la si ringrazia l'anno sarà segnato dalla sfortuna per i raccolti per inondazioni o siccità. Il ringraziamento non avviene solo tra i contadini ma anzi in città, case e centri commerciali affinchè la Pachamama possa portar loro il meglio per il nuovo anno.


Entrando più nel rito in sè -la Ch'alla- si adorna il luogo con palloncini e stelle filanti, si mette nel mezzo della sala del carbone ardente e legno(Koa) sopra il quale viene posto il feto di lama, come sacrificio alla Madreterra per poi aggiungerci fiori, frutta e tutto ciò che più si desidera durante l'anno quindi anche soldi o dolci; si inizia il tutto rovesciando prima un pochino di Chicha( bevanda leggermente alcolica data dalla fermentazione non distillata del mais o di altri cereali) e subito dopo di birra ai quattro angoli attorno alla Koa prima in senso orario e poi in senso antiorario ciò che avanzi del bicchiere o lo bevi o lo getti sopra "la mesa" preparata per la MadreTerra.


Una volta che tutti hanno terminato gli si da fuoco, la cosa più importante è che il fumo prodotto entri direttamente nella casa o nell'ambiente di lavoro perchè è il fumo stesso a purificare e portare positività per il nuovo anno!

e noi avendo Ch'allato..bè non ci si può che prospettare un anno a dir poco spettacolare!

lunedì 21 febbraio 2011

Scherzi boliviani


...ed ecco come Davide è stato accolto al suo arrivo in Bolivia....quella murata dai giornali era la porta della sua camera! =)
Grazie per la settimana passata insieme!

sabato 19 febbraio 2011

Domani

Domani!

Si! Domani si comincia!

Domani finalmente a lavoro!

Uhm ma quando arriva questo domani???
Ormai è tre settimane che siamo qui e il giorno fatidico per iniziare non è ancora arrivato…le prime due settimane sono state di rodaggio, di conoscenza, la seconda settimana poi con l’arrivo di Davide ci sono stati un sacco di incontri, riunioni, visite…Finalmente si era deciso come impostare il lavoro…ma ad oggi questo domani non è ancora arrivato! Il motivo? BLOQUEO! Da una settimana Cochabamba è paralizzata da manifestazioni e cortei, le strade sono bloccate da persone, tronchi, macchine, sassi e se provi a passare rischi che ti si taglino le gomme della macchina, per cui o si sta chiusi in casa o si arrischiano percorsi alternativi guadando anche fiumiciattoli e canali con il gippone della parrocchia…



Qui in Bolivia molto spesso la gente scende in piazza a protestare e i malcontenti di questa settimana sono per l’aumento dei prezzi che sta pesando tantissimo sulle famiglie boliviane…prima di Natale il gasolio è aumentato di quasi 2/3, e tutto questo solamente per pochi giorni, perché le proteste in piazza sono state così forti da far eliminare il decreto in un batter d’occhio!
Nelle comunicazioni ufficiali del governo tale decisione era stata giustificata da tre motivi principali: lotta al contrabbando, bisogno di aumentare il prezzo al barile pagato alle transnazionali, possibilità di investire il risparmio ottenuto in sostegno diretto all’economia, ma molto piú probabilmente la manovra è stata messa in atto per rimediare ai problemi della compagnia petrolifera dello stato, che pur dettando le proprie leggi di mercato non riesce ad andare avanti…


E intanto da quel momento tutti prezzi a poco a poco sono iniziati a salire, facendo sì che una popolazione che per la maggior parte vive alla soglia della povertà debba assorbire un fortissimo aumento dei prezzi della benzina, dello zucchero e ben presto anche della carne di pollo…questo perché sono state proibite le esportazioni di alcuni prodotti e non avendo più mercato le coltivazioni sono sempre meno e i prezzi continuano a salire alle stelle…e intanto le proteste continuano…ma quanto e quando verranno ascoltate?

E noi qui, ad aspettare che tutto questo blocco finisca per cominciare con il lavoro…


Ma anche questa è Bolivia, per cui aspettiamo, o meglio esperamos - come si dice in spagnolo che mi sembra abbia una accezione più positiva =) – lasciando che anche questa attesa ci insegni qualcosa… perché spesso la Bolivia è fatta di momenti di attesa…a noi che siamo abituati a fare, a buttarci subito, a non voler perdere nemmeno un momento, perché non vogliamo buttare via il tempo…perché anche se in queste tre settimane non ho combinato molto le persone che ho incontrato, i volti, i sorrisi, i racconti e i momenti in cui ho dovuto aspettare mi hanno rivelato qualcosa di questa Bolvia che è ancora tutta da scoprire…
E allora esperamos domani…



domenica 30 gennaio 2011

Impara la tua direzione da gente che non ti somiglia

Ecco, la partenza!

Sono in quella che era la mia camera…ora è una stanza vuota, solo 2 valige pronte ad essere portate via.

Guardo i muri bianchi, da cui ho dovuto staccare (mannaggia a chi vuole imbiancare mentre sono via!) tutte le foto, le frasi, le canzoni, le cavolate fatte con gli amici, le poesie, i fiori…cavoli che triste questo bianco…

ma tutto quello che c’era lo porto via con me, le frasi, gli amici, i colori, i fiori, le poesie, le lacrime e le risate fatte con il cuore…

e questo bianco che ora sembra così triste..beh aspetta solo di essere di nuovo riempito!

Bolivia arrivoooooooooooooooo!

SCErvellati vi abbraccio fortissimo e in bocca al lupo a tutti...per voi questa canzone...

martedì 18 gennaio 2011

Bolivia all'arrembaggio!

Nome: Piera
destinazione: Bolivia
stato: all'arrembaggio!
pensieri: aiuto che ansiaaaa!

eccomi qua, pronta per partire...pronta…ancora non lo so…la mia testa si! Si, vola già in Bolivia ma si ferma un po’ troppo sulle nuvole per poter riuscire a realizzare veramente quello che sto vivendo.
E mi vengono in mente le parole di una canzone di Jovanotti , "La linea d'ombra"...



La nebbia che io vedo a me davanti, per la prima volta nella mia vita mi trovo a saper quel che lascio e non saper immaginare quello che trovo..



Cavoli la partenza è tra pochissimo e sei qui, in mezzo ai volti di persone che da sempre hanno accompagnato la tua vita…ah i saluti, la parte per me più difficile, per cui ho sempre un rigetto e in questo momento ancora di più…e cosa mi aspetta? un viaggio, un percorso, una crescita e soprattutto volti nuovi, persone da conoscere e ascoltare, che accompagneranno questo mio lungo anno…e ti fai mille domande, mentre armeggi tra le valigie, le vaccinazioni da fare, ma questo è da portare? Ci viediamo prima che vai via??? cavoli in mezzo alla confusione della tua stanza ( e della tua testa!), ti rendi conto che il momento è arrivato…la Bolivia mi aspetta e io? Io sono pronta? Ommioddiooo che ansia!

Mi offrono un incarico di responsabilità
non so cos'è il coraggio se prendere e mollare tutto
se scegliere la fuga od affrontare questa realtà
difficile da interpretare ma bella da esplorare
provare a immaginare cosa sarò quando avrò attraversato il mare
portato questo carico importante a destinazione
dove sarò al riparo dal prossimo monsone

mi offrono un incarico di responsabilità
domani andrò giù al porto e gli dirò che sono pronto a partire
getterò i bagagli in mare
studierò le carte e aspetterò di sapere per dove si parte quando si parte
e quando passerà il monsone dirò
levate l'ancora diritta avanti tutta questa è la rotta questa è la direzione questa è la decisione!


E dunque allora, io sono pronta! leviamo l’ancora e via, all’arrembaggio! Pronti ad esplorare e curiosi nel conoscere, decisi a mettersi in gioco, a fare, disfare, carichissima!
..ed io, ecco qui, ci metto anche la faccia! =)