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lunedì 5 dicembre 2011

Scattato il cantiere, categoria "Il senso"

A più di 3 mesi dai ritorni in terra italica concludiamo la rassegna dei vincitori con le foto rappresentanti il senso dei cantieri. Uh.

1° classificata


"1975-1990", di Camilla Pienzi (Libano)

2° classificata


"camminare", di Daniela Galimberti (Kenya)

3° classificata


"Una lettera a Santa Rosa non può essere l'ultima speranza", di Carolina Radice (Perù)

venerdì 11 novembre 2011

Scatta il cantiere, categoria "Foto libere"

Ecco, invece di questa categoria non scriverò altro se non nomi di foto, vincitori e Paesi dei cantieri relativi.

1° classificata


"Per un alito sempre profumato", di Alice Cognetto (Thailandia)

2° classificata


"Una roccia d'uomo", di Camilla Pienzi (Libano)

3° classificata


"Cars", di Emanuele Arosio (Kenya)

mercoledì 19 ottobre 2011

Scatta il cantiere, categoria "Contesto"

A questa categoria han partecipato 29 cantieristi da Bulgaria, Moldova, Giordania, Perù, Thailandia, Kenya, Libano, Bolivia e Palermo, inviando 68 scatti, la cui selezione (insindacabile ed opinabile) vuole un podio per 2\3 boliviano:
1° classificata


Ballo Tinku, di Elena Caramella (Bolivia)

2° classificata


All'ombra dell'ultimo sole , di Camilla Pienzi (Libano)

3° classificata

Chapare, di Sabrina Grasso (Bolivia)

sabato 3 settembre 2011

SPANNOMETRICO BILANCIO DI UN’ESTATE LIBANESE COSE CHE CI MANCHERANNO DEL LIBANO:

•Il Manouche delle 11.30 (a testimoniarlo il buco nero che si crea nel nostro stomaco da quando siamo tornati allo scoccare delle 10.30 ora italiana!)

•La tecnica del boccione: 10 litri di puro godimento rovesciati in testa a scroscio dopo una giornata appiccicaticcia

•L’antichissima arte del rotolino. Strumenti del mestiere: pane libanese del diametro di 12 metri e dalla consistenza gommosa, coltello a punta arrotondata (family friendly), formaggini Picon o Nutella (rigorosamente made in Canada!)

•La siesta pomeridiana con vendordicimila© gradi in casa

•Il nostro impegnativo scambio di battute quotidiano con le sciure del tè.
Andata: “Bonjooooooouuur!” “Bonjooooooour!” Ritorno: “Bonsoooooir!” “Bonsoooooir!” e sorrisi d’intesa a palate

•Le Z sempre rigorosamente sonore di Monica

•Gli inutili tentativi di Paolo di spacciarsi per un milanès (quando torni ci andiamo a mangiare polenta e BLUESHIT!) e l’immancabile commento di Monica: “A Pa’…sembri un immigrato!”

•Il sorriso radioso del nostro Babbo Natale personale nonché ristoratore di fiducia sotto casa

•La luce magica delle 18.30 (momento propizio per le foto artistiche)

•Gli aperitivi scrocchiarelli gentilmente offerti dalla ditta Al Kazzi (marchio di qualità!). Resta tuttora ignoto perché neanche le galline gradissero la prelibata vivanda…e forse meglio così!

•Il nostro autista, nonché falangista personale, Jean Reno, per gli amici Jean. Vogliamo ricordarlo nel suo momento di maggior tenerezza quando per farci arrivare le patatine che avevamo ordinato da un’ora ha chiamato il cameriere puntandogli il dito mentre con lo sguardo da duro (di default) lo minaccia silenziosamente: "o vieni qui entro mezzo secondo o ti porto a vedere il negozio di mio cugino con annesso campo gonfiabile da calcio saponato e non te ne puoi andare fino a che non hai visto il campo che si gonfia completamente!"

•Monica&Paolo

COSE CHE NON CI MANCHERANNO DEL LIBANO:

•Watfa (l’amorevole proprietaria di casa) che ci minaccia in arabo brandendo un ceppo di legno

•Watfa (l’amorevole proprietaria di casa) che ci invita a guardare con lei una fiction bellissima (“good, good, good!”) sul suo canale preferito Al-Manar: esercitazioni militari di Hezbollah…………..peccato fosse in arabo perché la trama sembrava avvincente!

•Fremiti e Brividi della guida libanese (segno della croce di rito prima di salire in macchina) e i tornanti delle strade di montagna…forse perché non esistono!

•Gli scarafaggi giganti, scattanti, volanti, irritanti contro cui solo un’arma può competere: il PIF PAF!

•Lavorare come dei cinesi a ripetizione, in spazi ristretti, sotto il sole, con utensili impropri e privandoci di preziose ore di sonno

•Condividere un bagno in 7…soprattutto quando si condividono anche tumulti intestinali!

•L’ultima rampa di scale per arrivare a casa

•L’icona cangiante e iridescente appesa sopra alla cassa di Bachir…brrrrrr, rabbrividiamo!

•I clacson sempre e comunque: per avere la precedenza, per dare la precedenza, per sorpassare, per accostare, per dirti che puoi attraversare tranquillo la strada senza essere investito, per avvisarti che stanno per investirti, per chiederti se vuoi un passaggio, per annunciare un’invasione aliena, per sbaglio, perBacco!

•Monica&Paolo

giovedì 11 agosto 2011

L’ALFABETO LIBANESE

A come “Ao nessuno m’ha svejado!” (Paolo detto anche Paulo o Pablo)
B come Bei-Rut che si fanno dopo aver mangiato il cetriolo (Giulia)
C come Castitas (…)
D come Dabke (per cui siamo decisamente negati e Monica non ce la può fare!)
E come “E chi è Martina?” (Leo dopo 3 giorni di stretta convivenza)
F come fare la pizza per 60 persone e avere attimi di panic
G come “Grazie, grazie…grazie al cxxxo!” (Ale al tipo del cambio che ci rimbalza)
H come Homayma (e sei segnato dalla nascita!)
I come “Iu hev tu du laik dis” (Ale mentre sfrantuma una cassetta di plastica cercando di spiegare un gioco e terrorizza i bambini)
L come Lingua/e (il nostro primo braccialetto)
M come marsupio di Giulia ( dove potete trovare qualunque bene di prima necessità e non, fermacampioni compresi)
N come narghilè alla menta (che crea dipendenza e ti cambia la voce)
O come “Oh, Ale, se hai bisogno puoi sempre sfogarti con noi………..” (Giulia)
P come Parti Time (il rientro forzato di Leo si avvicina)
Q come quanti rotolini riusciremo a mangiare prima di diventare intolleranti??
R come rammollita (Gio a Giulia…ed è per questo che i bambini la scelgono come avversaria prediletta)
S come scarafaggio gigante (la nostra prima visita notturna indesiderata)
T come tapparella distrutta la prima sera
U come ustione da infradito (ma per somigliare a Gamon si fa questo e altro!)
V come “Vabè, vado a cercare i miei compagni di sesso...” (Gio riferendosi ad Ale e Leo…………!)
Y come Yalla!
Z come zucchine che si spacciano per melanzane (maledette!)

giovedì 28 aprile 2011

Uomini e no


Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli imprescindibili. (Bertolt Brecht)

Sono giorni pesanti, in cui i pensieri si rincorrono e si affollano in una mente già troppo intasata. Sono le 3 di notte, la speranza è tanta, la voglia di sentirsi annunciare finalmente la tua liberazione aumenta di minuto in minuto.
È un tam tam di notizie, di gente che ti contatta per avere info, per passarti link, per condividere e alimentare l’illusione della buona notizia.
Poi il vuoto, il silenzio e infine l’urlo, che non è vero, che non può essere vero, che si sono sbagliati, che forse sei ancora li a combattere.

Aspetto la smentita in silenzio, con gli occhi lucidi, con l’irrazionalità di chi sogna sempre e non vuole crederci.

Come per ogni lutto c’è bisogno di tempo per metabolizzare e neanche il tempo spesso riesce a colmare quei vuoti. Perché non c’è umanità in tutto questo, perché restare umani adesso è un utopia.
Le dietrologie non mi sono mai piaciute, ma il perché me lo chiedo sempre.

Probabilmente l’unico modo per ricordarti non sono le lacrime, ma continuare a stare dalla parte degli oppressi, dalla parte degli ultimi e restare umani…anche quando non c’è nulla di umano intorno.

Sei stato testimone del fatto che la storia viene scritta dalla gente comune e questa è la storia che vorrei i miei figli leggessero…
...a winner is a dreamer who never gives up.

Buon viaggio, questo 25 Aprile è per te.

A Vittorio Arrigoni

Hanno ucciso tutti

Ibrahim Nasrallah
(trad. Wasim Dahmash)

Hanno ucciso tutti
hanno ucciso tutti i minareti
e le dolci campane
uccise le pianure e la spiaggia snella
ucciso l'amore e i destrieri tutti, hanno ucciso il nitrito.
Per te sia buono il mattino.
Non ti hanno conosciuto
non ti hanno conosciuto fiume straripante di gigli
e bellezza di un tralcio sulla porta del giorno
e delicato stillare di corda
e canto di fiumi, di fiori e di amore bello.
Per te sia buono il mattino.
Non hanno conosciuto un paese che vola su ala di farfalla
e il richiamo di una coppia di uccelli all'alba lontana
e una bambina triste
per un sogno semplice e buono
che un caccia ha scaraventato nella terra dell'impossibile.
Per te sia buono il mattino.
No, loro non hanno amato la terra che tu hai amato
intontiti da alberi e ruscelli sopra gli alberi
non hanno visto i fiori sopravvissuti al bombardamento
che gioiosi traboccano e svettano come palme.
Non hanno conosciuto Gerusalemme … la Galilea
nei loro cuori non c'è appuntamento con un'onda e una poesia
con i soli di dio nell'uva di Hebron,
non sono innamorati degli alberi con cui tu hai parlato
non hanno conosciuto la luna che tu hai abbracciato
non hanno custodito la speranza che tu hai accarezzato
la loro notte non si espone al sole
alla nobile gioia.
Che cosa diremo a questo sole che attraversa i nostri nomi?
Che cosa diremo al nostro mare?
Che cosa diremo a noi stessi? Ai nostri piccoli?
Alla nostra lunga dura notte?
Dormi! Tutta questa morte basta
a farli morire tutti di vergogna e di sconcezza.
Dormi bel bambino.

martedì 15 febbraio 2011

Una mattina mi son svegliata...

… dai miei sogni lucidi e non ero in Italia, non ero nel mio letto, non ero a casa mia, non ero sola.

Ero in un campo, non un campo di grano, nonèlarosanonèiltulipano, ma ero in un campo per rifugiati palestinesi. In Libano.

Circondata da un gruppo di ragazze e ragazzi. Shoo esmek? Shoo esmak? Kifak? Kifek? Sukran, Afwan! Come ti chiami? Cosa fai? Come stai? Grazie, prego!
È una girandole di voci e domande e frastuono e canzoni e balli e presentazioni e che lingue parli e capiscil’arabo e mi capisci e dove l’hai studiato e perché?
E poi mi chiedono di cantare una canzone italiana.

Penso un pò. Ma ci ripenso però, mi guardo intorno per un pò.
Mi viene in mente la resistenza palestinese, mi viene in mente la resistenza italiana, mi vengono in mente le immagini storiche di questi giorni, la resistenza e la vittoria egiziana....

....mi son svegliata ed ho trovato la canzon!

Le ragazzi entusiaste, mi hanno regalato la prima canzone in arabo che ho imparato, così abbiamo cantato insieme.



E questo non è un caso e non è un sogno, un mio amico la chiamerebbe legge di attrazione.
Porta itineris dicitur longissima esse, ovvero la porta è la parte più lunga di un viaggio...e con i ragazzi del centro l'abbiamo aperta cantando!


PS. Nel testo di questo post sono nascoste 6 canzoni, tra cui quella che ho scelto di cantare ai ragazzi. Apro ufficialmente una sfida a chi riesce a scovarle tutte, a fornirne autore e titolo e a svelare la canzone prescelta....venghino siori venghino!!!

venerdì 11 febbraio 2011

Da tre notti sogno in francese

Da tre notti sogno in francese

A svegliarmi è un sussulto amletico, un dubbio stringente: cosa mai si saranno detti gli eroi che popolato i miei sonni? Non gli sto dietro. Cerco nella memoria, e ritrovo solo una infinita onomatopea di vorticose “r” sbiascicate, di dittonghi criptici, di singhiozzanti sillabe tronche.

Monica, la mia collega, sembra uscita ieri dalla Sorbona di Parigi.

I colleghi della Caritas Libano se la cavano niente male col francese.

La mia lingua invece arde, incendiata dalla pirotecnica linguistica di questo medio oriente poliglotta. Una domanda in francese per una risposta in arabo. Uno stacco in inglese.

Forse questo parla francese. Come si diceva in arabo? Quello è arabo classico! Prova in inglese...

L'italiano è un dessert, ce lo teniamo per la sera, a casa.

Poi si va a dormire. E lì, da tre notti, ricomincio col francese. Mio malgrado.

Welcome to Beirut people.

Paolo

martedì 18 gennaio 2011

E partiva l'emigrante....

Ad esempio a me piace la strada, col verde bruciato, magari sul tardi…..
…."magari" a me piace, come concetto, come idea, come parola jolly che dici quando non hai proprio una risposta o quando hai tutto in testa ma non riesci a dirlo. Come quando ti chiedono -ma se ti prendono e poi parti? Io rispondo -Magari! e poi magari parti davvero e magari parti per un anno e poi magari non te l’immaginavi per niente che fra tutti quanti avrebbero scelto te. E poi magari pensi agli amici da salutare, alla valigia da fare, alle cose da portare e magari realizzi che tutto il tuo mondo dentro una valigia non ci sta e che ci sono scelte da fare e che scegli quello che ti piace e a me piace leggere, ma il peso della cultura un check-in non lo regge e magari pensi ad altro che devi portare e che magari non ti piace e a me non piace la novalgina , ma so che quella dovrò portarla. E magari potessi portare anche tre amici stretti stretti in una valigia, che magari occuperebbero i vuoti che non si riempiono e i sorrisi che ti mancano, ma magari porterò un pc che non mi piace tantissimo, ma che sicuramente mi servirà molto. Magari porterò anche pazienza e allegria, che sicuramente potrebbero servirmi, arroganza e presunzione le lascio a casa che occupano troppo spazio e poi litigherebbero con voglia di stupirsi e curiosità. Magari, ad esempio, a me piacerebbe riuscire a far vedere le cose che io vedo e guardare con altri occhi e poi questa incontinenza comunicativa che mi piace come concetto, ma che forse rischia di inondare troppo….
……Ma come fare non so
Si devo dirlo ma a chi
se mai qualcuno capirà
sarà senz'altro un altro come me……ma, magari, anche no!


Non per caso



Il servizio civile all'estero non viene per caso. Lo insegui per anni interi, riempiendo l'attesa con l'immaginazione.


Per arrivare a scrivere su questo blog i sedici membri del gruppo di cui faccio parte hanno superato selezioni in cui si sono confrontati con decine di aspiranti. Oggi, a due settimane dalla partenza, li attende in confronto più atteso: quello con loro stessi.


Amo pensare che il blog dei volontari in servizio civile nasca con questo scopo: raccogliere brandelli di vite vissute non per caso.


Inseguo Beirut da anni. Lascerò che sia lei a descrivermi, attraverso questo blog. Io, da parte mia, proverò con questo blog a descrivere Beirut.

Buona Lettura!

Paolo Martino