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sabato 24 settembre 2011

Questione di … classe

Sulla trece (il “nostro” autobus).

Frenata. Davanti a noi c’è un autobus fermo. Non riesce a girare perché c’è una macchina che impedisce il passaggio. È una situazione assurda, perché basterebbe che uno dei due mezzi faccia un minimo di retro e già si sarebbe risolto l’ ingorgo. Ma nessuno si muove.
La signora di fianco a me spiega: “Questione di principio”.

Passano venti minuti. Nessuno scende dal mezzo. Si gridano l’ un l’ altro a vicenda, aspettando l’ arrivo della polizia. Il rumore dei clacson delle auto, che nel frattempo hanno formato una lunga coda, è assordante. C’è ancora tutto lo spazio necessario alla manovra, per entrambi i mezzi.

Arriva la polizia. Un agente si avvicina al bus, poi all’ auto. L’ autista dell’ autobus, senza dire nulla, fa retromarcia e lascia passare l’ auto. Il poliziotto si avvicina al finestrino della trece e spiega al nostro autista che il signore dell’ auto è uno “de alto grado”.

L’ auto mi passa a fianco. Il signore ha un volto serio e deciso. Al suo fianco una bambina spiaccicata al finestrino guarda gli autobus e le macchine ormai in silenzio.
La signora di fianco a me sospira: “Questione di classe”.

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