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lunedì 7 novembre 2011

Ora vi racconto una storia





Torno a casa, Anna da camera sua grida : “ Hey Eli, guarda il computer, parlano di casini a Genova”. In trenta secondi la sacca del compuer e’ a terra, cosi’ come giacca e borsa, e subito mi sintonizzo sul sito del Secolo XIX, primo quotidiano cittadino.


Non ci vuole molto a capire: il Bisagno e’ esondato, ora sembra cosi’ chiaro che sarebbe successo.



Parlano di quattro vittime, una sembra avere 15 anni..tremo, non posso non pensare a mia sorella; ma ecco un video: quella e’ casa di mia zia.. chiamo, il cellulare non prende, allora provo a casa. Il primo tentativo va a vuoto ( lo “Tsunami” ora e’ nella mia testa), ritento e finalmente una voce tentennante : “ Etta sto bene, me la sono scampata per un pelo”.

Le vittime non hanno ancora nome, ma gia’ sai che con ogni probabilita’qualcuna la conoscerai, ed effettivamente e’ cosi’.



L’impotenza che provi e’ pari ai chilometri che ti separano dai tuoi luoghi, ma quel pandemonio lo stai osservando in direttissima, perche’ i registi sono le stesse persone che si trovano al centro del ciclone: guardano attoniti lo sfacelo dietro gli schermi dei loro cellulari. Nessun filtro, quella e’ realta’ e quasi sorrido sentendo quel burbero accento che ora mi suona tanto familiare, quanto buffo.


Una realta’ mediatica, che ti accorgi diventare concreta quando in quadro ci sono le starde che hai sempre calpestato. Come un “aforismo”, le immagini mediatiche, sono verita’ dette in brevi spezzoni .


Chi avrebbe mai pensato che “la superba”: citta’ dal clima mite, dove le genti dell’estremo nord venivano a trascorrere gli inverni ; si stia ora trasformando in una Thailandia mediterranea, dal clima monsonico.


Anni di incurie in luoghi dove gia’ da principio non si sarebbe dovuto costruire e eventi climitaci straordinari , sono la cattiva ricetta di questi giori trascorsi fra rabbia ed incredulita’.


Bollettini ufficiali che indicano “allerta 2”, ma cosa significa? in molti se lo sono chiesti, perche’ oggi la situazione, e non di Genova solamente, e’ da massima allerta. Gli indicatori del passato sono incoerenti rispetto le nuove circostanze che ci troviamo a vivere.


Ora vorrei essere a casa mia, stivali da pioggi e pala in mano, ad aiutare i miei amici e quelli che lo diventerebbero, fra un metro e mezzo di fango e due etti di focaccia.


Quando ho pensato a questo post, il mio scopo era quello di scrivere riguardo al sentore che proviamo davanti alle diverse immagini ..rileggendo mi accorgo di essere uscita fuori tema, o semplicemente di essere andata oltre, perche’ la "veduta da fuori" e' possibile solo per chi si sente distante.



" Se gli architetti che hanno costruito Genova avessero avuto spazio, se avessero potuto abbandonarsi alla fantasia e senza ostacoli ai loro capricci, non avrebbero potuto trovare le infinite risorse e la multipla varietà di motivi, di disegni e disposizioni ai quali la facciata dei loro palazzi deve un’originalità di carattere, e che introduce in ogni anfratto l’inatteso della grandezza"







Louis Enault

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