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giovedì 8 settembre 2011

Billy Elliot parlava russo...





Mi sono ritrovata indecisa sul titolo da dare a questo post, ho utilizzato il cursore canc. svariate volte.
Ho giudicato che " L'elefante e la farfalla" potesse risultare offensivo. ( per me stessa più che altro).



Step 1

Quando ero poco più bassa di adesso e di anni ne avevo 5 , io ballavo.
Ricordo una cascata di boccoli ed un tutù rosa.

Step 2

Oggi di anni ne ho 24, porto capelli taglio corto e i boccoli sono indisciplinati ( mi piace definirli in auto gestione), ma c'è una cosa che mi accomuna a quella bambina (oltre l'altezza) , perché oggi io torno ad essere ballerina.

Step 3

Ha inizio la mia nuova vita da danzatrice, solo a dirlo mi sento già più ricercata, distinta. Quindi via i 12 tacchetti e avanti scarpette (che poi altro non sono che ciabatte informi, ma la legge dell'eleganza non ammette volgarità).

Step 4

Seguo le rigide regole del maestro e mi presento puntuale alla lezione indossando un vestito come da richiesta, ma presto mi accorgo di essere la sola a portarlo.

Step 5

Anche se i passi sembrano interpretati alla moviola, percepisco di non cavarmela poi così male.

Step 6

Qualche problema con la rotula, ma con "eleganza" mi rimetto in sesto.

Step 7

Se chiudo gli occhi sono baby di dirty dancing: forse anche a lei sarà capitato di vestirsi in modo inappropriato, con costanti dolori alla milza.

Step 7

Solitamente nel calcio "lo straniero" è motivo d'orgoglio, ma non riesco a fiutare se questa mia peculiarità sia stata colta o se, semplicemente, credono io sia una moldava poco dotata.

Step 8

M
i accorgo di non essere l'unica straniera.

Step 9

Sulla carta io sono l'unica straniera: unica a non essere nata in questo paese e unica a non essere in possesso del passaporto moldavo. Queste persone però parlano lingue diverse ed è qui che la lezione assume un tono singolare.

Step 10

Mi soffermo ad osservare il momento ( intanto mi riposo), che altro non è che normale routine qui in Moldova, un paese bilingue, nato da genitori stranieri. Il Romeno ed il russo che si intersecano con estrema semplicità, un automatismo che aimhè rende difficile la comprensione e che non mi permette di integrarmi del tutto.
Il maestro interrompe la danza e muta la lingua: è la stessa persona di due minuti prima, ma a me appare come un nuovo Vlad . E' buffo, le espressioni e la gestualità commutano così come il suo codice . Quasi stessi assistendo ad un teatrino, all'imitazione comica del “carattere” di un paese straniero e alle sue consuetudini, sorrido.

Step 11

L'argomento è spinoso; d'altronde la lingua ufficiale è il romeno, ma sembra che la popolazione di ceppo russo non abbia alcuna intenzione di convertirsi ad essa. In molti sentenziano sull'accadimento. Io credo semplicemente che questo sia frutto della storia di un paese, non capriccioso, ma costretto a subire continui cambiamenti. Il tempo sovietico non è un ricordo sfumato, ma ancora ben nitido, così come la romantica reminiscenza dei tempi passati che dura soprattutto nei villaggi. Molti giovani invece lamentano il pigro processo di sviluppo e per questo migrano, perché il loro tempo è molto più celere di un semplice ricordo.

Step 12

LAVORI IN CORSO:

Il processo metamorfico é ancora in via si svolgimento.
Se prima ero calciatrice con l'animo gentile della ballerina, oggi sono ballerina con il fisico grave della calciatrice (a fine carriera).. ma l'impazienza non si addice alle signore sofisticate , quindi attendo.

P.s: Prossimamente invierò l'invito per il saggio di Natale.

4 commenti:

  1. Prenoto un biglietto per il saggio,
    grande Elisa!

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  2. io voglio vedere una foto del vestito (e di te che lo indossi...ovvio)
    eli

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  3. sergio, ci andiamo insieme? non mi voglio perdere l'elisa ballare il mambo con il vecchietto alto 1,30!

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  4. Eli il vestito è modello con stampa a fiori, di quelli che compri perché assolutamente versatile: lo puoi mettere per sorseggiare un cocktel o per pulire casa. Lo indosserò anche al mio matrimonio, quindi tranquilla lo vedrai.

    Simo, Sergio, vi riservo i posti in balconata, munitevi di fiori, magari senza spine, che come risaputo a fine balletto dovreste lanciarli sul palco. Occhio a non beccarmi in testa

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